Review Tour “Un Padre” di Sylvia Kant e Andrea Bonati

 

Nessuno racconta mai cosa succede dopo il vissero felici e contenti.

Nessuno ama parlare del lato buio, nascosto. Quello delle prime discussioni, dei tradimenti e del lento allontanarsi da quel sì, lo voglio che è stato detto col cuore anche se forse troppo presto.

Sandro e Maura hanno vissuto anni felici, hanno avuto una bambina e si sono amati. Nonostante le differenze sociali e le incomprensioni hanno trovato in Eva il loro punto di unione.

Eppure, non basta.

Non basta aver condiviso una parte di vita né aver messo al mondo una bambina per rimanere insieme. E quel legame che dovrebbe essere indissolubile diventa l’arma da usare per spezzare ogni certezza e cancellare tutto ciò che c’è stato prima.

Un padre è una storia feroce, il resoconto di una guerra senza fine. La lotta di un genitore contro l’ingiustizia.

E questa è la sua storia.

 

Un libro che tocca le corde più nascoste nel cuore, un romanzo che parla dell’altra faccia della medaglia, di una famiglia imperfetta, del fatto che l’amore non è per sempre, che gli affetti si sgretolano, che i genitori non sono più super eroi ma esseri fallibili, umani come tutti noi.

Ho dovuto fare un attimo il punto della situazione e discostarmi dalle troppe emozioni, dalla rabbia principalmente, da quella tristezza che mi ha invaso il cuore già fin dalle prime pagine.

La dialettica usata è stata abbastanza cruenta, termini nudi e crudi, a volte volgari si, ma che hanno reso benissimo l’idea di una famiglia normalissima che ha deciso di porre fine al “noi”; non solo rose e cioccolatini, ma anche le mandate a ‘ncul…, le parolacce urlate ai quattro venti, le chiamate interrotte per rabbia.

Ci ritroveremo a lottare per la co-genitorialità, a vedere una figlia che ben presto si scorderà di noi.

Sono una mamma e in questa situazione dovrei essere la parte cattiva, colei che metterà contro la propria figlia al padre, una bastardata, scusatemi il termine.

L’amore provato nel passato diventa un’arma di vendetta da mettere in mano a una bimba che vorrebbe solamente giocare con il suo papà. Una lotta impari durata anni e a ogni passo si arranca, ci si annienta, ci si arrende.

Sandro ci porterà a conoscere un mondo,non più di mille colori fatto di risate della sua bimba, ma fatto di privazioni, di ore, di controlli, di giudici e di chiamate mancate, di vacanze mai riuscite, di un amore che c’è stato e che poi in un Puff è svanito.

Ho veramente pianto, e vedere come un padre non abbia lasciato nulla d’intentato mi ha spezzato l’anima.

Unica e sola pecca la prolissità della narrazione, parti ripetute che hanno appesantito la storia di per sé abbastanza impegnativa e gravosa.

 

Anna

 

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