Review Tour “Il gioco dell’ostrica” di Jay Del Gelso

 

 

 

Cosa succede quando chi crede di sapere tutto si scontra con chi crede di potere tutto? Beatrice Bianchi ha ricevuto dalla vita lo stretto indispensabile per considerarsi soddisfatta: gioventù, un pizzico di beltà, una testolina funzionante, qualche buon amico e una famiglia unita, anche se non del tutto equilibrata. Quest’esistenza più o meno tranquilla, tuttavia, viene sconvolta quando sua sorella Nina ricomincia a frequentare Carlo, il suo primo amore di bambina. Così, insieme ai dubbi e alle paure di veder la sorella diventare adulta senza di lei, Bea è costretta ad affrontare una novità ben più concreta. E fastidiosa. E arrogante. E affascinante. Che si scaraventa sul
suo cammino. Letteralmente. Il miglior amico di Carlo, Benedict Devereux, ha l’aria misera, il cuore cupo, un bestione di motocicletta che sguscia meravigliosamente tra i vicoli del paese e ancora tanta – tanta – buona educazione da imparare. E chi può insegnargliela – anche contro la sua volontà – se non quella testona di Beatrice?
D’altra parte, è cosa universalmente riconosciuta: quando un Benedict screanzato incontra una Beatrice infervorata, la battaglia dei sessi è solo agli inizi.

Interamente ispirato a Orgoglio e pregiudizio e Molto rumore per nulla, un romanzo diverso dal solito, sia nell’impostazione di capitoli, sia nei dialoghi, sia nella caratterizzazione dei personaggi.

Qualche piccolo refuso da segnalare non eccessivamente invadente o fastidioso nel corso della lettura.

Ha uno stile tutto suo, un narratore esterno (dalla parte di Beatrice) che narra la storia in maniera ironica e semplicista, descrizioni ad hoc dei personaggi non forzate e ricche di particolari.

La protagonista Beatrice prende in parte le caratteristiche di Elisabeth, ma personalizzando le proprie attitudini e carattere, il punto di partenza è quello, ma nel corso del romanzo la sua ironia e il suo essere abbastanza spigolosa, la rende unica nel suo genere.

Benedict non è Mr Darcy, è più benevolo, meno sprezzante e meno orgoglioso, ha solo la prestanza dell’amato beniamino delle donne.

Nina e Carlo invece passano leggermente inosservati, diciamo che la loro storia arricchisce il romanzo ma non lo porta a un livello superiore.

La trama è ben sviluppata ma a parte qualche “siparietto” diverso dalla storia originale, come la precedente storia tra i protagonisti, non lascia largo spazio all’immaginazione.

E’ sempre bello leggere storie “attualizzate” di Orgoglio e pregiudizio e questo è un ottimo libro per non allontanarsi dalla storia originale ma con qualcosa in più da renderla nel limite del possibile diversa.

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