La chiamano Reinhardswald, la foresta che nel 1810 risucchiò due bambini, figli del pasticcere della città. La loro storia ha attraversato i secoli trasformandosi in fiaba, ma Dot è l’unica a conoscere la verità… Per Henriette Dorothea Wild – Dot – la paura non è una novità. È una compagna di vita, un sussurro costante in una casa che è una gabbia di regole e punizioni. Ogni giorno è una prova di sopportazione, ogni sogno un lusso proibito. Eppure, quando la notte scende, Dot sente qualcosa risvegliarsi dentro di sé: un desiderio feroce di libertà, speranza, qualcosa di più. Quel “più” ha un nome: Wilhelm Grimm. Fragile, affascinante, occhi sensibili, Wilhelm non è solo uno studioso brillante: è un’anima irrequieta, un abisso in cui Dot si lascia precipitare. Durante i loro incontri, nel salotto di casa Grimm, tra le loro mani sporche di inchiostro, le fiabe prendono vita… e Dot scopre per la prima volta la sensazione di essere desiderata. Ma proprio mentre la passione divampa, la scomparsa dei gemelli, Hänsel e Gretel, sferra un colpo fatale sul loro legame. Quando i sospetti si concentrano su Wilhelm, a Dot non resta che lanciarsi in un’indagine clandestina, determinata a salvare l’unico uomo che l’ha mai vista davvero per ciò che è. Una giova ne ribelle. Una scrittrice. Una donna pronta a sfidare le convenzioni pur di coronare il suo sogno. E così, ogni indizio diventa un tassello per scrivere la storia. Ricomporre il caso. Trovare i bambini. Scrivere il lieto fine. Ma la ricerca dei gemelli è un labirinto di rovi, bugie e rancori che Dot dovrà sbrogliare in fretta se non vorrà rimanervi imprigionata.
Interessante retelling che miscela una delle fiabe più note dei Fratelli Grimm con la loro storia, in un’atmosfera da thriller.
Lo sapevate che contribuirono varie persone alla stesura de “Le fiabe del focolare” dei fratelli Grimm?
Quelle fiabe oscure presero forma riportando su carta quello che la tradizione popolare si tramandava da secoli e, probabilmente, ci furono più mani a scriverle oltre ai celebri fratelli.
“Ci sono molti modi per rendere omaggio alla nostra cultura, ma noi abbiamo scelto le fiabe”
L’autrice, facendo ricerche nella storia dei fratelli Grimm, si è imbattuta in una fanciulla, Henriette Wild, Dot per gli amici, e su di lei ha centrato una storia molto verosimile che potrebbe aver ispirato la favola di Hansel e Gretel.
Quella fiaba mi ha sempre inquietato e ho voluto leggere questo retelling per poterla ridimensionare con la razionalità dell’età adulta; in questo l’autrice mi è stata di grande aiuto creando un romanzo che è sì un retelling, ma anche un soft thriller dove più persone collaboreranno per scoprire che fine hanno fatto i gemelli scomparsi.
Ci troviamo a Cassel in un borgo della Assia settentrionale agli inizi del 1800, in una società tipicamente patriarcale dove l’intraprendenza delle donne viene malvista e messa a tacere a suon di botte.
Dot Wild è innamorata del suo vicino di casa, Wilhelm Grimm e, approfittando dell’amicizia con la sorella, ne frequenta la casa contribuendo alla raccolta delle fiabe, ideandone alcune lei stessa.
Quando due fratellini scompaiono misteriosamente nel bosco, tutto il villaggio si mette alla loro ricerca e la notizia desta molto scalpore per l’epoca.
Dot ha una fantasia molto fervida, che potrebbe nascondere anche delle capacità di percezione paranormale e, da buona adolescente istruita, tende a voler fare di testa sua e comincerà a “ficcare il naso”. Aiutata dalle amiche del “tavolo delle vedove”, ai cui incontri partecipa, Dot vestirà i panni di una Sherlock Holmes teutonica raccogliendo informazioni, setacciando gli indizi ed elaborando ipotesi.
Oltre alla narrazione delle indagini avremo anche il pov dei bambini scomparsi che si ritroveranno da soli nel bosco per poi risvegliarsi nella casa della strega cattiva.
Romanzo originale e molto carino che è riuscito a sviluppare la sua trama e la caratterizzazione della protagonista seppur le pagine contenute.
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