Recensione “Waiting” di Daniel Di Benedetto

 

 

 

 

 

 

Tutti siamo in perenne attesa.
Qualcosa che potrebbe accadere. Qualcuno che deve arrivare o partire, magari per sempre.
Una vecchia panchina di legno, all’ombra della grande quercia in un parco comunale, è il palcoscenico delle storie che si muovono capitolo dopo capitolo.
Un susseguirsi di personaggi che si incontrano, si sfiorano, si sfuggono, rappresentano le varie fasi della vita e le diverse sfumature dell’attesa.
Una storia dall’andamento circolare, che si svolge nell’arco temporale di una settimana e che vede il suo inizio e la sua fine tratteggiati dagli stessi occhi innocenti, quelli di una bambina in attesa del ritorno del padre.
Un sorriso, una carezza, un’assenza, un dolore. C’è spazio per ogni emozione, seduti giorno dopo giorno su quella panchina.
Oggi verso il domani, semplicemente aspettando…

Conoscendo l’autore e avendolo già apprezzato in altre opere, ho acquistato questo romanzo a scatola chiusa.

Ero assolutamente certa del fatto che non sarei rimasta delusa, ma non potevo assolutamente immaginare di trovarmi davanti a qualcosa di così sublime.

Sì, sublime, perché l’autore questa volta ha superato se stesso, riuscendo a scrivere un romanzo che racchiude in poco più di cento pagine, il mondo dei sentimenti nella sua complessa interezza.

Quest’opera si può definire in un solo modo: Emozione pura!

Ci si ritrova seduti su una panchina logorata dal tempo, all’ombra di una quercia secolare, una panchina sulla quale si intrecciano e scorrono storie di vita vissuta, sogni infranti, ricordi e speranze.

Una panchina che ha visto il dolore, la gioia, le lacrime e i sorrisi di chi anche solo per un secondo è passato da lì.

I personaggi hanno tutti qualcosa da raccontare, ad ognuno di loro è affidato un pezzo del puzzle che via via va a ricomporsi, lentamente eppur scorrevole fino al finale.

I racconti, con i loro protagonisti si rincorrono, si cercano e si intrecciano alla perfezione.

Nulla è lasciato al caso.

L’autore, con il suo stile inconfondibile e unico, seduce le parole fino a portarle nell’anima del lettore e infine leggerlo.

Proprio questa è, infatti, la sensazione che si prova immergendosi nelle pagine di questo libro.

Si ha la sensazione di essere letti, ci si sente nudi, scoperti e spesso fragili, davanti alla potenza di quello che viene raccontato.

Questo romanzo è un viaggio dolce e doloroso nelle emozioni degli altri, ma anche e soprattutto in quelle di chi legge.

Ogni emozione è degna di essere raccontata e vissuta, ogni emozione porta con sé un insegnamento e questo libro ha tanto da insegnare.

Mi sono immedesimata in ogni racconto, in ogni parola, in ogni sensazione, comprendendo quanto sia importante vivere ogni singolo secondo che la vita ci regala con il sorriso sulle labbra.

Ho imparato che a volte, anzi quasi sempre, è meglio mettere da parte la ragione e seguire l’istinto.

Ho imparato che bisogna prendersi il tempo di vivere e viversi.

 

Ognuno di noi dovrebbe sedersi su una panchina logora, segnata dal tempo, all’ombra di una quercia e godere del piacere dell’attesa.

Magari sfogliando un buon libro, magari Waiting.

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