Recensione “Volevo essere uno scrittore” di Lucio Schina

 

 

 

Santino Preziosi è un giovane studente che conserva gelosamente un manoscritto nel cassetto. Coltiva un sogno che condivide con tanti altri sognatori come lui, quello di diventare uno scrittore e far conoscere le sue storie.

Volevo essere uno scrittore è la storia di uno dei tanti, di uno spirito un po’ folle che farà di tutto per portare la sua storia all’attenzione di un editore importante. Conoscerà millantatori, passerà da una delusione all’altra ma forse, alla fine, riuscirà ad avere la sua occasione e tutte le avventure che vivrà lo aiuteranno a crescere e diventare un uomo.

L’inizio di un sogno o semplicemente la fine.

Un sogno inseguito e descritto passo dopo passo, l’illusione, la speranza, la voglia, la fantasia, e poi ancora la delusione, la resa.

Una semplice domanda dopo aver raggiunto il vertice “Lei è felice?” metterà in discussione l’intera esistenza e la sua eterna corsa verso la redenzione.

Un racconto breve che mette in evidenza il sapore dolce-amaro di un sogno inseguito fin da piccolo.

Un aspirante scrittore e tutto ciò che ne precede e ne consegue prima di approdare alla tanto beneamata notorietà.

Le difficoltà e le avversità intraprese nel mondo dell’editoria, un mondo complesso e sconosciuto. Un sogno che diventerà la crudele realtà, gli stenti, la precarietà, un affitto sulle spalle e case editrici a pagamento.

Un libro che nel suo piccolo rende perfettamente l’idea di come si muove il mondo dietro a un libro, di come uno scrittore prima di arrivare ad essere chiamato tale affronta le lunghe attese, le porta in faccia e i sogni infranti.

ELEONORA

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