Recensione “Vivere per amore” di T.M. Smith

 

 

 

Beauregard Boudreaux viene da New Orleans, in Louisiana. Nato e cresciuto lì, non avrebbe mai pensato di allontanarsi troppo da casa. La morte prematura del suo primo amore, tuttavia, lo ha lasciato solo, alla deriva e in cerca di un posto che possa allontanarlo il più possibile dal dolore. Quando giunge a New York, decide di restare e di aprire un bar. William Richards, Connor in All Cocks, è cresciuto a Chicago ma a New York ha trovato l’amicizia, una famiglia e uno sfogo per il suo bisogno di essere sottomesso, un desiderio che non è comune negli uomini della sua taglia.I due uomini sono perfetti l’uno per l’altro, i loro gusti e le loro vite combaciano, ma Beau ha un segreto che condivide con pochi e che è potenzialmente mortale. Determinato a mantenere le distanze fra sé e William, si oppone all’attrazione che prova, allontanandolo ogni volta che si fanno più vicini. Possono la forza e la determinazione di un uomo essere abbastanza intense da far crollare un muro costruito nel corso di anni di dolore e oscurità? E se è possibile, riusciranno a sopravvivere alle enormi conseguenze?

Se ho il blocco del lettore, ormai so che mi devo orientare sul filone M/M. Mi appassionano, mi intrigano e mi prendono fin nel profondo dell’anima. Ma questa non è la storia che mi aspettavo, questa è particolare, diversa dalle solite che tratta temi intensi e forti, che difficilmente troviamo in altre trame. Beauregard Boudreaux ha conosciuto il dolore, quello che ti segna per la vita, quando il suo compagno muore prematuramente. Questo l’ha portato ad allontanare tutti, a soffermarsi solo su conoscenze superficiali, rinunciando a quella parte fondamentale della vita che è l’amore. Nato e vissuto a New Orleans, quando si trasferisce a New York decide di aprire un bar. William Richards fa parte della famiglia All Cocks, uomini che hanno un lavoro particolare, quello dei film per adulti. Fin da subito William prova un’attrazione potente per Beau e non capisce perché l’uomo prima lo avvicina, per poi allontanarlo subito dopo. Beau è stato solo per tredici anni, ma quando si imbatte in William non riesce a stragli lontano come ha fatto con le persone che lo hanno preceduto, perché capisce che lui è quello giusto.

Ho avuto serie difficoltà ad entrare nella storia, all’inizio ho fatto davvero fatica, perché questo non è il primo libro della serie. I nomi dei protagonisti secondari si intrecciavano nella mia mente e non riuscivo a dar loro la giusta collocazione. Andando avanti nella lettura si è fatto tutto più chiaro grazie anche alla scrittura lineare e semplice. Come già scritto nella prefazione, questa trama è diversa perché i temi trattati sono abbastanza pesanti: parliamo di bullismo, omofobia, malattia e morte.

Da questo punto di vista sono rimasta un po’ delusa, perché niente è trattato in modo approfondito, e vista la serietà, mi sarei aspettata qualcosa di più. Beau è stato allontanato dalla famiglia, quando ha dichiarato il suo orientamento sessuale e forse è l’unico momento davvero intenso, che l’autrice ci fa vivere. Anche quando i nostri protagonisti stanno ormai vivendo la loro relazione e William porta Beau a conoscere i suoi genitori, il fatto che lui sia una potenziale minaccia, viene risolto in una manciata di paragrafi.

Come già anticipato, è una trama corale, dove le storie dei personaggi principali si intrecciano con quelle dei personaggi secondari ed è una cosa che apprezzo molto.

È una storia di rinascita, di seconde occasioni, di riscatto e di carattere, perché il protagonista fa della sua debolezza, il suo punto di forza. I protagonisti sono stati caratterizzati in maniera egregia, Beau è fedele a sé stesso fino alla fine, ma William riesce a rendere più malleabile il suo modo di vedere le cose, quindi c’è un senso di fiducia profonda tra i due. Le scene calde, sono dolci e passionali in egual misura, rendendo la storia più realistica possibile.

Avrei preferito più trasporto, più empatia per il tipo di trama che l’autrice presenta al lettore…bella sì, ma con troppi mah…insomma, non è libro che lascia il segno!

BARBARA M

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