Recensione “Viaggio di nozze in India” di Julia Gregson

 

 

 

 

Oxfordshire 1947. Kit Smallwood è molto provata dopo anni passati ad accudire come infermiera i soldati feriti in guerra. L’incontro con Anto, un medico indiano che sta ultimando il dottorato all’università di Exeter, è destinato a cambiare la sua vita. Ma la madre di Kit, di sangue anglo-indiano e con un passato misterioso, osteggia apertamente qualunque frequentazione tra loro. Nonostante le difficoltà, Kit sposa  Anto in segreto e insieme partono per l’India. Ma la vita in Oriente non è quella che si era immaginata. La famiglia di Anto è restia ad accettarla e avrebbe voluto vederlo sposato con una brava ragazza indiana. Come se non bastasse il clima è teso in tutto il Paese, che ha solo recentemente guadagnato l’indipendenza, e gli inglesi sono guardati con sospetto, se non addirittura con odio. L’ingenuità di Kit potrebbe averla messa in una situazione molto pericolosa. L’amore è la sua unica àncora di salvezza. E se non durasse?

Due culture a confronto, inglese contro indiana, una donna che cerca di trovare un punto di incontro, un comune denominatore, rischiando in prima persona

“Non potete prendere una tradizione e farla a pezzi. E’ pericoloso, soprattutto di questi tempi.”

Questa è la frase tipica che Kit, dopo essersi sposata con Anto e trasferitasi in India, si sente ripetere continuamente. Lei donna forte ed emancipata, con un mestiere criticabile in India, cerca in tutti i modi di farsi accettare e convivere con una cultura che rifiuta qualsiasi innovazione.

Una donna che affronta un Paese straniero in un’epoca dove la donna viene ancora considerata solo l’incubatrice della situazione.

Lei che mette su un trampolino di lancio il suo matrimonio, rischiando di rimanere sola a combattere contro stereotipi e icone ideologiche, lei che affronta un processo, un’accusa di omicidio colposo, rimanendo sempre ancorata alle sue ide… determinata, caparbia e coraggiosa.

Un marito che, se dapprima cerca di deviarla dai suoi intenti, nel corso degli eventi l’appoggia e la incita nei comportamenti.

Una storia diversa che non racconta solo di amore, ma delle origini, della forza di una donna di far rispettare il suo lavoro, le sue idee. Una storia che si impone con prepotenza nella mente di noi lettori, lasciandoci cullare da musiche indiane, scenari da favola alla “Aladdin”, una storia che risalta la forza delle donne, la nostra determinazione, il nostro senso di famiglia.

Di forte impatto sociale, questo racconto è un inno all’indipendenza delle donne.

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