Recensione “Valori anomali” di Pierpaolo Moscariello

 

Quando la nonna di Paolo viene a mancare, l’ultimo consiglio che dà al nipote è quello di partire, di cercare altrove la propria strada. Il ragazzo, ventottenne neolaureato e ben accoccolato nell’abitudine, in un guizzo di intraprendenza decide di lasciare la sicurezza del suo paesino nel sud Italia per avventurarsi in un progetto di ricerca in Germania, a Magonza. Paolo è costretto a uscire dalla sua zona di comfort per destreggiarsi tra difficoltà comunicative, culturali e non solo: proprio in questa cittadina sulla sponda del Reno, è tempo di conoscere un inedito aspetto di sé grazie all’attrazione per Lukas. Per il giovane ha dunque inizio un percorso nuovo, un sentiero che lo condurrà faccia a faccia con il vero se stesso.

 

All’inizio mi ha attirata a leggere e mi ha fatto sorridere più volte, poi mi sono annoiata un po’.

L’autore ha uno stile di scrittura particolare che, a seconda dell’argomento, piace o meno. Vuole essere poetico ma non sempre riesce, perché si perde qualcosa nel mentre.

È interessante il fatto che, dopo la morte della nonna, Paolo prenda le sue ultime parole come una spinta per cambiare. Si trasferisce all’estero e capisce di essere diverso da come credeva. Scopre o accetta di essere gay e fa conoscenza con questo lato di sé. Conosce diverse persone che lo arricchiscono e altre che gli danno una lezione di vita, che sia essa positiva o meno. La sua è una storia di crescita che, però, sembra molto autoreferenziale, come se tutto gli sia dovuto. Certo, gli capitano esperienze o persone che gli fanno del male, e lui deve rialzarsi per forza, ma ho avuto la sensazione che tutto gli venga fin troppo facile, mi è sembrato di leggere qualcosa di non vero, non del tutto, almeno.

 

In alternanza alla storia del ragazzo, conosciamo quella di Maria, la nonna di Paolo, che nasce e cresce in una cittadina del Sud Italia della prima metà del ‘900, dove una donna poteva fare solo da schiava al marito. Qui capiamo che fantastica donna all’avanguardia sia Maria: una che vuole per sua figlia una vita diversa e propensa ad un futuro migliore, che vive fuori dagli schemi, pur venendo schiacciata da quella conformità obbligatoria del tempo. Maria ha dato le basi alla sua famiglia per migliorare e cambiare, per crescere in un ambiente più sano e ha fatto sì che nessuno dei tanti fosse obbligato a restare rinchiuso in uno schema senza uscite. Ha dato a sua figlia e ai suoi nipoti le ali. Poi, qualcuno di loro le ha utilizzate quando e come meglio ha potuto. Qualcuno non l’ha fatto, ma solo per cecità.

 

Mi sento divisa… È un libro diverso dal solito, una narrativa che non sono abituata a leggere. Non posso dire che mi sia piaciuto alla follia, ma neanche di non averne apprezzato delle parti.

 

 

firma Claudia

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