Recensione “Uomini” di Maria Teresa Cipri

 

 

 

“Uomini: eroi mitologici, protagonisti di romanzi e fumetti, personaggi indimenticabili le cui gesta si sono incrociate nel mio cammino. Avventurieri, geni fanfaroni o inarrivabili menti, artisti immortali, statisti, poeti, filosofi, pittori, medici, librai, avvocati, architetti. Li ho amati, detestati, ammirati, idealizzati, sottovalutati, desiderati, dimenticati, cercati e perduti, sedotti e abbandonati, lasciati andare, trattenuti. Vissuti. Ho appreso da loro quanto in amore si sbagli e quanto in amore s’impari. E ne ho evocato alcuni, ora, tra queste pagine, angeli caduti in volo, schegge di un grande specchio rotto, tessere di un mosaico che non sarà mai completo perché questo è il nostro percorso terreno e la nostra forza: credere e andare incontro all’infinito”.

Il primo amore di una bambina è senza dubbio il padre: è’ lui il primo uomo di cui fa conoscenza, prima dei miti, prima degli amori, prima delle illusioni vestite di abiti maschili. E’ da lui che impara la differenza tra la sè stessa cosi aggraziata e quella solidità che le servirà nel corso dell’esistenza, un percorso a ostacoli che in fondo non finirà se non con il lungo sonno stanco di chi ha i piedi cosi dolenti dal tanto camminare. E dopo il padre ci sono , per chi ha l’anima incantata di una sognatrice, altri personaggi: alcuni irreali, emersi da una Tv che elargiva sogni e suggestioni, dalle favole fatte di principesse piangenti e di impavidi principi in calzamaglia, e dai libri i primi scampoli di eternità che, lo spero, ognuno di noi abbraccia.
In questo testo si parla di uomini ma anche di vita, ricordi che si intrecciano con un’ anima assetata di incanti, un’ anima troppo leggiadra per questo mondo che segue le sue regole ogni secolo più assurde. Regole che ci fanno passare da donne idealizzate ad altre troppo scaltre, ma mai ad immagini simili a quelle della nostra vera essenza.
Uomini che escono perfetti dai romanzi su cui anch’io ho sognato, uomini coraggiosi e impavidi. Uomini reali del passato nostro recente, come Aldo Moro che voleva semplicemente vivere una vita etica a prescindere dal covo di vipere in cui si trovava a viaggiare. Perfetti e maledetti antieroi come quelli dei fumetti, lei cita Diabolik, io ero innamorata dell’algido ingenuo Alan Ford, adorabile nella sua purezza che contrastava un mondo cosi sporco e decadente.
Uomini impersonati da grandi artisti a cui era concesso un po’ di sfrenata follia. E uomini cosi reali mai perfetti, anzi, direi caricature di quei sogni che da bambine ammantavano l’amore di bellezza.
E noi come novelle Bovary aspettavamo il primo scemo che ci prometteva di fuggire da quella stantia realtà.
Eppure Maria Teresa era in grado di farlo, e lo si avverte immergendosi in quella poesia che è il suo romanzo, affatto bisogno di sogni di plastica, come quelli che ogni età ci offre. E ne ha fatti di sbagli per cercare con insistenza quell’amore decantato da poeti e meravigliosi sceneggiatori. Chi non vorrebbe essere la protagonista dei sonetti di Shakespeare , della dolcezza di un Romeo sotto il balcone? Eppure, sappiamo che Romeo era una banderuola al vento, portata avanti da un certo narcisismo che negli uomini regna sovrano.
Ecco in fondo la letteratura non è cosi distante dalla vita, essa ci presenta il “come potrebbe essere” ma ci fa cadere nel “cosi è”.
E non è mai un presente brillante, non ci sono quasi mai gli Edmond Dantes a lottare per riparare i torti e amarti di nuovo. Forse sono solo aridi buzzurri in canottiera e calzini, incapaci di voli pindarici e incapaci di tenere tra le mani un’anima come quella di Maria Grazia.
Una donna in mezzo a tanti uomini, una donna che racconta e si racconta con ironia e soave poeticità, con una cultura superiore perché parte dal cuore.
E forse, in quell’età in cui si raggiungono bilanci, mi sento sua amica, sua compagna in una vita alla ricerca di un autenticità troppo spesso ignorata.
Uomini è più di un romanzo.
E’ semplicemente il ribelle atto di una donna che prima di essere donna, resta e brilla come persona.
E che in fondo, nel suo peregrinare tra suggestioni artistiche e immaginazione, cerca solo una cosa:
Finché la Terra continuerà a ruotare intorno al suo asse, millenaria e magnifica nella sua imperfezione, indifferente ai nostri patimenti, malgrado gioie, angosce, incubi, felicità, rinunce, distacchi, ambizioni, segreti, tradimenti e dolore, fluttuazioni e conquiste, uomini e donne saranno sempre uniti dal filo rosso del destino nella spasmodica ricerca l’uno dell’altro, per completarsi, unirsi, dividersi, lottare, riprendersi, lasciarsi ancora. Ed è proprio questa smania che andiamo chiamando Amore…

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