Recensione “Unmade” di Sarah Rees Brennan

 

 

 

Chi verrà sacrificato?

Kami ha perso il ragazzo che ama, è legata a uno per il quale non nutre lo stesso sentimento e si trova costretta ad affrontare un nemico potente come non mai. Ora che Jared è disperso da mesi e ritenuto morto, la ragazza non può fare a meno di ricorrere al suo legame con Ash per trovare la forza necessaria a contrastare il male che dilaga in città.

Rob Lynburn ha il controllo di Mestavalle ed è determinato a ottenere un sacrificio umano, ma Kami è decisa a fermarlo e, quando insieme a Rusty, Angela e Holly, scoprirà un segreto che potrebbe salvare la situazione, si troverà a dover affrontare una scelta difficile, che potrebbe mettere a rischio non solo la sua vita, ma anche quella delle persone a lei più care.

Il capitolo finale della serie L’eredità dei Lynburn è un viaggio eccitante dall’inizio sino al suo sorprendente finale.

Terzo e ultimo capitolo della saga dei Lynburn. Ultimo emozionante capitolo, dovrei dire.

Ne succedono di tutti i colori: ci sono tanto amore, disperazione, morti ma anche tanta speranza e forza.

Chi più, chi meno, ogni personaggio fa del suo meglio per lottare contro il male, rappresentato da uno schizofrenico maniaco del potere. Ci sono Kami e la sua squadra. Lei, la ragazza con il cuore in mano e un coraggio da far paura. La sua squadra, composta di personaggi molto diversi tra loro, perfettamente delineati e ognuno con un proprio carattere e personalità ben definiti e coerenti per tutti e tre i romanzi. Ognuno dona qualcosa alla nostra protagonista, ma soprattutto vediamo come ognuno di loro sia capace di donare amore, forza e ulteriore coraggio a chi già ne ha tanto di per sé.

In Unmade si scopre la verità dietro alla lotta contro il bene, sappiamo il vero motivo per cui Rob vuole il potere a Mestavalle. E, purtroppo, in questa lotta vediamo cadere molti personaggi e posso assicurarvi che, ad un certo punto, non riuscirete a trattenere la lacrimuccia, quindi preparatevi!

Ho divorato questa saga, mi è piaciuta sin dal primo romanzo e non sono riuscita a smettere di leggere. Mi piace come scrive l’autrice, il suo è un incedere costante, senza tempi morti, con dialoghi che possono sembrare superficiali, ma che invece danno maggior carattere ad un romanzo che ne ha già parecchio. Ho adorato la volontà di dare leggerezza ad un romanzo che sarebbe potuto risultare pesante, con dialoghi pieni di ironia, frizzanti e divertenti.

Quello che mi è piaciuto di più è stato il non capire come sarebbero andate le cose fino alla fine. Molti autori danno indizi, si lasciano sfuggire un passaggio, una frase che ci rende consapevoli di un possibile finale. Qui, invece, ho avuto il piacere di restare sorpresa. Qualunque finale sarebbe andato bene. Unica nota, se mi permettete, è questa: mi è mancata una spiegazione del perché finisce in quel modo e non in un altro. Non posso dirvi di più, ma se voi lo capite, fatemelo sapere!

Se lo consiglio? Non è ovvio? Certo che sì! Assolutamente sì!

firma Claudia

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