Recensione “Tiam. L’attimo della scintilla” di Cristian Martinelli

 

 

 

Francesco è un curatore d’arte toscano. Un’infanzia difficile lasciata alle spalle gli dona l’illusoria convinzione che la sua vita possa solo migliorare. Ma è anche la storia di Soraya, ragazza dal fascino mediorientale. Il mistero che l’avvolge non dipende solo dalle sue origini, ma anche da un doloroso segreto che viene dal passato. “Tiam. L’attimo della scintilla” è un romanzo che parla d’arte, di profumi e di gioia. Descrive scelte difficili e assurdi pregiudizi. Una Firenze contemporanea accompagna i protagonisti della vicenda nella ricerca di un amore atipico, molto lontano dall’idea che amare sia semplice.

Wow…

Cosa si nasconde in un libro che apparentemente sembra uguale agli altri?

Ogni tanto “atterro” in qualche libro che mi attira e non capisco bene il motivo, non è la cover, non è il mio solito genere, eppure a volte lo scelgo e, non per vantarmi, il mio intuito ha sempre ragione.

Di questo autore avevo letto Caso 4 e con questo posso solo confermare che la sua scrittura è trascinante. Non si ha una dinamica con una cadenza ritmica e monotona, ma leggendo ti trovi alti e bassi di emozioni, scopri, inventi, parli, ti arrabbi, ti incuriosisci e ti manda in tilt.

Si parla d’arte, di mostre e poi… di un amore atipico, come lo stesso autore lo definisce.

Non si hanno certezze, ma solo presente, un amore alla giornata, tra sbalzi di umore.

“Significa appoggiarla in ogni successo e sostenerla in ogni sconfitta, farle capire che comprendi il suo dolore.”

Paura di amare e tutte le conseguenze.

“L’amore di una persona con disturbi del genere può essere meraviglioso, ma se non riceve le giuste attenzioni può durare solo una notte… come una farfalla, la più bella, la più fragile.”

ELEONORA

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