Recensione “Strays” di Garrett Leigh

 

 

 

Lavorare, dormire, lavorare e ripetere. Nero è pienamente soddisfatto della sua vita solitaria finché il suo migliore amico, Cass, non gli chiede di prendere un nuovo apprendista, un bellissimo ragazzo che non ha mai messo piede in una cucina professionale. Nonostante l’irritazione e la sua affinata capacità di chiudere fuori il mondo, Nero è affascinato da quel randagio pieno di vita, soprattutto quando scopre cosa l’ha spinto a cercare rifugio sul suo vecchio divano malconcio.

 

Lenny Mitchell vive sotto una nube di paura. Perseguitato da uno stalker, non ha alcun posto dove nascondersi fino a quando Nero non gli offre un porto sicuro nella tempesta, ovvero un lavoro nel ristorante più in voga del quartiere Shepherd’s Bush. La vita in cucina si rivela esaltante e appassionante e in breve tempo si innamora alla follia dell’uomo che l’ha accolto in casa sua.

 

Dopo un mese, nessuno dei due uomini può immaginare una vita senza l’altro, ma qualcosa li ostacola, una vita di orrori che Nero non riesce a condividere con Lenny. O forse sì? Per la prima volta in assoluto, la felicità è a portata di mano e Nero deve imparare ad afferrarla prima che il destino si intrometta e gliela sottragga.

Hi lettrici e lettori di  Sale&Pepe,

 

Oggi torno a parlarvi di un libro edito da Triskell edizioni: “Strays”- di Garrett Leigh, secondo e ultimo volume della serie “Urban Soul”.

Se volete sapere qualcosa anche sul primo volume, trovate la mia recensione sul blog, comunque i libri sono autoconclusivi e possono essere letti singolarmente, seppur i personaggi siano presenti in entrambi.

Nero, per esempio, lo vediamo di sfuggita nel volume precedente: col suo carattere schietto e burbero  mi aveva incuriosito sin da subito, ma l’avevo conosciuto troppo poco per farmi un’idea su di lui. Anche leggendo questo secondo romanzo ho avuto qualche difficoltà a comprenderlo bene, la sua mente è molto “rigida” e “fredda”, soprattutto nella prima parte, per cui sembra quasi non avere sentimenti. Non è stato sempre facile capire cosa ci fosse sotto tutto quel buio e quella freddezza;  ancora al 60% della storia non aveva svelato nulla di sé, o quasi,  nemmeno a Lenny che per questo, come me, si sente frustrato.

Anche il personaggio di Lenny non è un libro aperto ma, piano piano, riesce a svelarsi e quelle sfumature che, per paura, aveva nascosto, tornano a splendere. Si rende conto che Nero, pur essendo stato il suo protettore e il suo punto fermo, ha bisogno di molto aiuto e di qualcuno che facesse lo stesso per lui.

“«Non sapevo di aver bisogno di te finché non mi hai trovato, ma ho tanto bisogno di te, Lenny.»”

“Nero”, come  il suo passato di cattiverie subite , “Nero”, un nome che incarna il suo essere cupo e apparentemente privo di sentimenti; in realtà il suo animo non è affatto così: il muro che ha creato per proteggersi verrà demolito grazie a Lenny e all’istinto di protezione che il ragazzo gli suscita.

Questi sentimenti, celati a lungo, verranno rivelati dopo molto tempo e saranno forti.

“Nella vita era abituato ad arrancare sotto una nube di rabbia e sarcasmo, il suo unico scudo tra lui e un mondo che lo aveva fregato più volte di quante riuscisse a contarne e non era mai successo che gli girasse la testa a causa del modo in cui un tizio che a malapena conosceva pronunciava il suo nome.”

Il linguaggio è semplice ma arriva diretto al lettore; l’autrice è riuscita a creare la suspense giusta, soprattutto per quanto riguarda il passato di Nero,  invogliando il lettore a procedere nella lettura, lasciandogli la sensazione che il dolore e qualcosa di tremendo stessero per arrivare, e così è.

Quando finalmente Nero svela se stesso si capisce il motivo per il quale  si è sempre comportato in quel modo: è un personaggio tormentato, spezzato, cupo, uno di quelli  che ti fanno salire le lacrime agli occhi e di cui non puoi fare a meno di innamorarti e soffrire con lui.

Le cattive esperienze generano cattive abitudini e reazioni problematiche,  queste sono difficili da rompere anche quando trovi quell’anima che ti ama più di chiunque altro, come Lenny fa con Nero.

“«Mi sento come se volessi scrutare i buchi nella mia anima.»”

Concludo con altre due paroline su Lenny, perché anche se lui inizialmente  sembra il più problematico, si rivela invece un’anima forte e il suo cambiamento e la sua crescita nella storia mi hanno stupito, parecchio.

Che dire un’ottima lettura, quattro stelle piene e anche di più.

Consigliatissimo!

PAYNE

 

firma Anna

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