Recensione ” Stella acuta notturna” di Ilaria Fulle

 

 

In una piccola cittadina della pianura padana, Luca, infermiere del reparto di oncologia della Clinica Caritas Angeli Dei, si innamora di Alex, dottoressa dell’ospedale locale. Fedele ai dieci comandamenti quanto a ridicole superstizioni, nel momento in cui la storia si chiude, inizia ossessivamente a elaborare un piano di rivalsa. Luca però non si vede come uno stalker né si rende conto che il suo è un amore malato; per lui, pianificare la vendetta è un gioco, un passatempo con cui tenere a bada il suo desiderio di punirla, conscio di non avere il coraggio di metterlo in pratica. Senonché uno psichiatra smanioso di successo, per dimostrare una nuova teoria medica, innesca, suo malgrado, un meccanismo che lo porterà a realizzare quanto immaginato.

Hi lettrici e lettori Sale e Pepe, 

Oggi vi parlo del libro “stella acuta notturna” di Ilaria Fulle. 

 

Chi mi conosce sa che questo non è il mio genere, ma quando mi è stata chiesta la collaborazione avevo voglia di mettermi alla prova ed uscire dalla mia comfort zone per cui ho accettato. Poi purtroppo causa problemi personali non sono riuscita a finire la lettura in tempi brevi, ma ora finalmente ci sono riuscita e posso parlavene. 

 

Prima di iniziare vi dico subito che non mi sono assolutamente pentita di aver rischiato, anzi questa lettura non mi è dispiaciuta per niente, però, come già immaginavo, questo genere non fa per me, non riesco purtroppo ad addentrarmi al 100% nelle pagine e a venirne conquistata, anzi rimango sempre con un senso di angoscia che mi infastidisce e non mi da godere la lettura, ma che è “normale” visto il tema trattato. 

Al di là di questo mio gusto personale riconosco che la scrittrice abbia un bel modo di scrivere e quindi di raccontare e parlare di questo doloroso argomento. 

 

infatti la storia che l’autrice ci racconta e quella di un sentimento (non riesco a chiamarlo amore), malato, ossessivo e patologico che purtroppo non si trova solo in queste pagine, ma nelle storie di vita di tante donne, come spesso abbiamo sentito in questi ultimi tempi.

 

Il libro si addentra nella psicologia dei personaggi presentando un quadro particolare, dando uno spettro più ampio, visto che i POV con cui sono raccontati i capitoli sono diversi e presentando quindi una complessità maggiore, che si compone non solo dei due classici fronti “vittima” e carnefice, ma anche di un terzo, ovvero quello dei parenti/amici che sono vicini alla vittima stessa. 

 

I primissimi capitoli sono stati forse i più lenti, com’è normale in quanto introducevano la storia, a livello di trama però non riuscivo a capire dove si stesse dirigendo la storia, la sinossi in se infatti, pur presentando un quadro generale, non svela nulla, anzi, per certi versi mi ha portata fuori strada. 

 

Poi però è un crescendo di emozioni, purtroppo quasi mai positive.

 

Non è certamente una lettura facile o leggera, anzi, per quanto mi riguarda è stata un bel pugno nello stomaco, però non posso che consigliarvi di leggerlo, perché l’autrice tratta molto bene, in maniera semplice ma diretta tutti gli eventi, lasciando al lettore moltissimi spunti di riflessione su un tema così difficile. 

 

 

ELEONORA

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