Recensione “Sotto la luna” di Flora A. Gallert

 

 

 

A Springdale la vita, per la giovane Eliza, scorre tranquilla, ma l’ultimo anno alla High School, a smuovere la noiosa routine, ci penserà l’arrivo dei fratelli Collins: Ian e Asher, due ragazzi bellissimi anche se caratterialmente e fisicamente opposti. Eliza è attratta da entrambi per il loro modo di fare ma anche perché intorno a loro aleggiano misteri e segreti. I due giovani, infatti, sono dei Licantropi e sono a Springdale per un motivo. L’incontro imprevisto con la bella Eliza creerà tensioni tra i due e ulteriori pericoli.

La vita della giovane Eliza, al suo ultimo anno di high school, viene movimentata dall’incontro con i fratelli Asher ed Ian Collins: per uno sembra scattare l’amore a prima vista e per l’altro odio puro.

Il suo amico di infanzia Luke vede un cambiamento negli atteggiamenti di Eliza e inizia ad adombrarsi comportandosi in modo strano. Si scopre poi che i ragazzi sono dei licantropi e che stanno tenendo d’occhio il territorio per una minaccia incombente.

Eliza è una normalissima adolescente, alle prese con i primi batticuori, orfana di madre vive col padre poliziotto, il loro rapporto è profondo nonostante lui sia un uomo di poche parole e di scarse dimostrazioni di affetto. La loro vita segue una lineare routine fatta di quotidianità e pranzi domenicali al loro ristorante preferito.

Asher è un licantropo che deve sottostare alle leggi del branco, in quanto Alfa, ma incontrare Eliza sconvolgerà le sue priorità: finalmente anche lui riesce a sentirsi come un ragazzo comune e cerca di godersi come può questa inaspettata normalità.

Ian è l’opposto del fratello, ombroso, scontroso e compie azioni apparentemente inspiegabili agli occhi di Eliza, che troverà in lui, inaspettatamente, un valido compagno.

Luke è cresciuto con Eliza e la ama da sempre, ma non accetta di esser messo in secondo piano dopo l’arrivo dei fratelli Collins; impulsivo ma fedele è dotato di un grande cuore.

Ora, che dire di questo romanzo?

Ho trovato molte similitudini con Twilight, inutile negarlo: il padre poliziotto, le famiglie di licantropi (e non di vampiri) dove tutti sono bellissimi e circondati da un’aura di perfezione, il pranzo domenicale al ristorante col papà, l’amico friendzonato, il personaggio (che non sto a svelare) che si allontana per non creare ulteriori danni…

Ecco, troppi riferimenti che spingono a pensare si tratti di una di quelle opere dove cerchi di modificare qualche elemento tenendo buona la trama di base che ha già avuto successo.

Per quanto riguarda la scrittura dell’autrice, che deduco sia molto giovane, è grammaticalmente corretta, a parte qualche refuso ed un unico “orrore” ortografico dovuto a consuetudini dialettali (non si rimane litigati con qualcuno, ma arrabbiati in seguito ad una lite); utilizza la punteggiatura in modo corretto e il ritmo è abbastanza fluido e piacevole. Lo stile è acerbo, troppo particolareggiato tanto da risultare pedante, ma ha buone potenzialità.

Consiglio alla giovane Flora di impegnarsi a trovare una trama originale, cosa ormai praticamente impossibile visto che si è scritto di tutto, o di svilupparla in ambiti diversi da quelli della vicenda che l’ha ispirata. Non ci si improvvisa autore ma bisogna impegnarsi e studiare, fare ricerche e farsi consigliare da buoni beta reader, facendo editare il proprio manoscritto da gente competente.

Quindi carino ma già visto.

firma Anna

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