Recensione “Sono una brava ragazza” di Penelope Bloom

 

 

 

 

Oggi sono più vicina di quanto lo sia mai stata al mio obiettivo: diventare una giornalista d’inchiesta. Basta con i soliti trafiletti sul meteo o sull’importanza di lavarsi le mani, questa è la mia grande occasione per dimostrare che non sono più la ragazza imbranata e pasticciona di sempre. Ho ottenuto il mio primo, vero incarico per un super articolo sulla corruzione nelle grandi aziende. Per farlo, devo infiltrarmi come una moderna James Bond alla Galleon Enterprises. Per ottenere il posto da stagista c’è da superare il colloquio con un certo Bruce Chamberson, così potrò indagare su un presunto giro di corruzione. Mi sento davvero concentrata, non mi posso permettere di fare errori. Ma perché mi tremano le gambe adesso che l’uomo più bello che abbia mai visto è entrato nella sala d’attesa e mi sta guardando in cagnesco mentre faccio colazione? Ogni capo ha le sue regole e apparentemente Bruce non sopporta che qualcuno tocchi la sua frutta. Soprattutto la banana che gli viene lasciata fuori dall’ufficio ogni mattina, quella di cui non può fare a meno, e che io avevo scambiato per un gentile omaggio…

Sarà che avevo bisogno di una sana e allegra lettura, non troppo impegnativa e che riuscisse a far nascere qualche sana risata dal nulla, posso solo dire che ho adorato questo romanzo.

Allegro e frizzante, battute argute dei protagonisti, un bellissimo intrattenimento di poche ore dove il sorriso e le botte e risposte dei protagonisti vi terranno compagnia.

Lei non è la solita protagonista solo da drammi e lacrime: è maldestra, svogliata, allegra e solare, goffa e divertente.

Lui è tenebroso (ormai va di moda così) non il classico riccone playboy della situazione, ma il riccone che dopo una delusione d’amore evita come la peste le relazioni a lungo termine.

I loro pensieri, le loro impressioni sull’altro, le loro battute rendono la lettura leggera e scorrevole.

“Quella ragazza era una piccola iniezione di caos nella mia vita, un attentato alla mia routine, era il caos contrapposto al mio ordine perfetto, la palla demolitrice che poteva distruggere i muri dietro i quali avevo costruito con tanta cura la mia vita.”

Divertente la scena della banana, ridevo da sola come un ebete mentre le pagine scorrevano sotto gli occhi.

Natasha e Bruce sono quanto di più distante ci possa essere: lui il perfetto robot, lei la giornalista in cerca dello scoop.

Lui: “è un robot, un burrito cotto al microonde. Bollente fuori e freddo come il ghiaccio dentro.”

Lei: “era la mia combina guai, la calamita di tutti gli incidenti più assurdi, era imprevedibile, determinata, grintosa, un vero peperino… Natasha era piombata nella mia vita in modo maldestro, aveva inciampato, era scivolata a terra e si era schiantata contro le mie difese.”

Non posso fare altro che dare il massimo come valutazione, mi sono piaciute le risate spontanee che scaturiscono dal libro, la dinamica degli eventi, la solarità della protagonista e le scenette da commedia romantica che mi si palesavano davanti durante la lettura.

Amo i drammi, gli amori strappalacrime, storie vere, i dark e tutto ciò similare, ma questa volta, questa storia, questi protagonisti, mi hanno dato un “ossigeno diverso” e non mi resta altro che complimentarmi con l’autrice.

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