Recensione “Small Things. L’amore nelle piccole cose” di Scarlett Reese

 

 

 

Il destino può essere un vero tiranno. Harper Johns, ventun anni appena, l’ha imparato a sue spese. In una sola notte, il suo mondo è crollato, lasciandola sola con i sensi di colpa e una vita che non desidera più vivere. Noah Mckenzie, d’altro canto, sembra avere un talento innato per finire nei guai. Quando gli viene offerta la possibilità di rimediare a un errore del passato e, forse, fare qualcosa di buono per qualcuno meno fortunato di lui, suo malgrado si butta. È proprio in quel momento che il destino decide di giocare la sua mano più imprevedibile. Harper e Noah si ritrovano nella stessa stanza, costretti a condividere intere giornate. Per Noah, arrabbiato con il mondo intero, è una tortura. Per Harper, che ha deciso di barricarsi dietro il suo dolore, è solo una perdita di tempo. Ma sotto i cieli infiniti della California, tra le montagne maestose e l’oceano sconfinato, in un vecchio ranch malandato, scoprono che non tutto è perduto. Forse, insieme, possono trovare una nuova speranza, una nuova ragione per vivere e amare.

Le storie di Scarlett Reese colpiscono al cuore senza silenziatore, riuscendo a parlare all’anima e ritrovandosi ad odiare quei sussurri delicati e stentati che al tempo stesso alimentano e neutralizzano il dolore.

Due destini che per qualche scherzo del destino si intrecciano: Noah che riesce a mettersi sempre nei guai e Harper che è rimasta invalida a seguito di un incidente.

Il destino, o forse solo il caso, li metterà dalla stessa parte.

Noah entrerà in quel mondo fatto di silenzi, paure e sensi di colpa, di colori scuri: un mondo che non brilla di colori, inconsistente di sentimenti ed emozioni. Noah cercherà di impersonare il ruolo di “angelo custode” ma che spese?

 

“Sei un angelo custode di merda. – Ognuno ha l’angelo che si merita.”

 

Tra di loro sarà un costante battibeccare, un botta e risposta ironici e frizzanti che alleggeriscono l’atmosfera abbastanza pesante e complessa.

Harper e Noah si sveleranno a noi lettori lentamente, un passo alla volta e inizieremo ad amarli nei loro mille difetti, imperfezioni, nelle loro fragilità e silenzi.

Ho adorato Noah e il suo essere sé stesso, il suo crescere, maturare e reagire di fronte alle difficoltà.

È la storia che riesce a farti restare sveglia un’intera notte, quella che riesce a farti provare così tante emozioni contrastanti tra di loro da terminare in libro con il fiatone e il cuore in subbuglio; è una montagna russa ad altissimo livello, un’altalena di emozioni che vengono sparate con un cannone.

Negli ultimi capitoli avevo perso il senno insieme ai protagonisti, fino a quell’epilogo non scontato, non così facile.

Anna

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