Ambrose Young è bellissimo, alto, muscoloso, con lunghi capelli che gli arrivano alle spalle e uno sguardo che brucia di desiderio. Ma è davvero troppo per una come Fern Taylor. Lui è perfetto, il classico protagonista di quei romanzi d’amore che Fern ha sempre adorato leggere. E lei sa bene di non poter essere all’altezza di un ragazzo del genere… Ma la vita a volte prende pieghe inattese. Partito per la guerra dalla piccola cittadina di provincia in cui i due giovani sono cresciuti, Ambrose tornerà trasformato dalla sua esperienza in prima linea: è sfigurato nei lineamenti e profondamente ferito nell’anima. Fern riuscirà ad amarlo anche se non è più bello come prima? Sarà in grado di conquistarlo? Saprà curarlo e ridargli la fiducia in sé? Versione moderna de La bella e la bestia, il nuovo romanzo di Amy Harmon – dopo il grande successo di I cento colori del blu – ci dimostra che in ognuno di noi convivono una parte mostruosa e una meravigliosa creatura e che solo l’amore può essere capace di farle andare d’accordo.
Premetto che ho letto la trama solo ora, mentre ne sto scrivendo la recensione: l’ho letto a scatola chiusa su consiglio di un’amica. Beh, ho fatto bene a non leggerla, perché la trovo inadatta al contenuto. Soprattutto non avrei mai pensato fosse una versione moderna de “La bella e la bestia”, semplicemente per un motivo: chi sarebbe la bella e chi la bestia?
Fern convive sin da piccola col complesso del brutto anatroccolo: si sente troppo minuta rispetto alle altre ragazze, troppo bassa, i suoi capelli sono troppo ricci e rossi, e l’apparecchio che porta decisamente non le dona.
Ambrose è bello, muscoloso, campione nella lotta, colto, educato, cita Shakespeare e Blake come se nulla fosse.
Fino a che non prende la scellerata decisione di buttare all’aria la carriera sportiva e arruolarsi a 18 anni nell’esercito, a causa del patriottismo suscitato dal recente attacco alle torri gemelle, vissuto in diretta a scuola, convincendo a partire anche i suoi amici.
Lasciatemelo dire: questo romanzo è stata una sorpresa e davvero, ringrazio per avermelo consigliato, perché è una meraviglia… i personaggi sono complessi, ognuno porta sulle spalle il peso dei propri problemi fisici: chi la distrofia, chi un’insopportabile mancanza di autostima causata da un brutto aspetto. Eppure sono pieni di vita, tanto da illuminare la lettura e la vita dei personaggi del romanzo.
Lo ammetto, non avrei mai immaginato di immedesimarmi al punto di capire la scelta di un giovane ragazzo di arruolarsi nell’esercito, o i ragionamenti sulla religione della figlia dell’anziano pastore. Io, una vegana convinta, atea e pacifista. Eppure l’ho amato: ho avuto la tachicardia e mi sono commossa assieme ai ragazzi partiti per l’Iraq, ho sperato e fantasticato assieme a Fernie, ho sopportato il dolore e l’umiliazione di ogni giorno con Bailey. Ho sofferto con Rita.
L’ho letto in due notti. Tante ore insonni in cui la notte ha conciliato i miei ragionamenti, ispirati dal romanzo, in cui ho pensato all’importanza della bellezza o della sua assenza, della sofferenza, della perdita, della malattia. Di quanto dovrei essere grata per le cose di ogni giorno, quelle piccole meraviglie che considero scontate.
Consigliato, decisamente.
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