Recensione “Se torno ti sposo” di Higgins Kristan

 

Un bel giorno di giugno, davanti a mezza città, in uno sfarzoso abito da principessa, con in mano un profumato bouquet di rose, Faith Elizabeth Holland fu piantata all’altare. Ma questo è successo un po’ di tempo fa. Da allora, dopo quell’umiliazione cocente, se ne è andata ed è diventata “un po’ cauta”, con gli uomini, tanto da aver inventato un metodo sicuro per non farsi più fregare: l’interrogatorio. La cautela, però, non è mai abbastanza, a quanto pare. Clint aveva superato tutti i suoi test, sembrava affidabile, perfetto, tanto perfetto che non gli mancava nulla, nemmeno moglie e figli. Carogna! Così, quando una crisi familiare richiama Faith alla Blue Heron Winery, l’azienda vinicola di famiglia, lei coglie la palla al balzo per allontanarsi il più possibile da quell’ultima delusione.

 

Lì incontra di nuovo Levi, migliore amico del suo ex, mancato testimone di nozze e responsabile del suo abbandono. Lo stesso che l’aveva baciata. Lo stesso che forse lei vorrebbe baciare ancora!

 

Un bell’emozionante libro, una scena iniziale che non prospera nel lieto fine e pagine che promettono tutto e niente.

Piantata all’altare dall’eterno fidanzato, la nostra Faith, protagonista del romanzo, inizia a stilare le domande base per una futura conoscenza con l’altro sesso.

“Perché era così difficile trovare l’uomo giusto? Faith non pensava di essere troppo esigente, voleva qualcuno che non fosse gay, o sposato, scortese, amorale o troppo basso di statura.”

Si imbatte nel migliore amico del suo ex, colui che un tempo le aveva rubato il primo bacio: Levi, comandante del Dipartimento di polizia di Manningsport.

“Ho Levi in testa, ecco cos’ho. Lo ammazzerei. Oppure lo ammanetterei al termosifone, gli strapperei i vestiti con i denti…”

Amore e odio, il cliché dei clichés, eppure la storia regge, e ancora una volta speriamo in quel lieto fine tra i due litiganti.

Un uomo non perfetto, testardo, a volte irritabile “e piuttosto imbranato” quando si trattava di esprimere le proprie emozioni.

Una protagonista con, alle spalle, il trauma della morte della madre, il sentirsi responsabile e l’eterno fidanzato che si dichiara gay all’altare, la ripresa sarà dura e lo “scossone” di Levi farà la sua grande parte.

È un libro eternamente romantico e incredibilmente ironico, rosa e chick-lit sullo stesso piano, mi sono divertita e innamorata ancora una volta.

 

 

firma Claudia

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