“Perché non c’entra nulla con la sofferenza del corpo, nonostante questa sia spesso presente.
Perché il dolore che intendo io è quello nella mente.
Quel flusso che, indisturbato e latente, serpeggia nella testa, invadendo pensieri e idee. Macchiando tutto al suo passaggio. Lasciando solo sporco vuoto dietro di sé, nient’altro.
Perché è il silenzioso dolore delle conseguenze psicologiche che ti uccide davvero.
I sintomi, le corse in ospedale, gli effetti del cortisone, quelli della cura che dovrai fare per il resto della vita, beh, questi sono solo un lieve e insulso corollario, nulla che abbia a che vedere con la devastazione della mente.
Perché è quella che ti uccide”.
Ciao a tutti, mi chiamo Penelope.
Questa è la mia storia e io sono qui per raccontarvela.
Che rabbia! Vivere nell’incertezza penso sia tra le cose peggiori che ci possano accadere. Non sapere come e quando si starà male, è assurdo.
Conosco fin troppe persone con la sclerosi multipla e mi chiedo come sia possibile non avere ancora una cura definitiva, perché, tra i vari trattamenti a cui si viene sottoposti, si va anche un po’ a fortuna.
Detto questo, non credo sia possibile recensire un libro simile: Penelope White si mette a nudo, ci racconta la sua esperienza, il suo dolore che non è solo fisico, ma, soprattutto, psicologico.
La sclerosi multipla si scopre in giovane età, di solito tra i 25-26 anni e i 35. Non si è mai pronti per una diagnosi di malattia degenerativa, ma a quell’età si pensa di avere tutta la vita davanti, si fanno progetti, si spera di vivere una vita lunga e piena. Cosa faresti tu se scoprissi di avere questa o qualunque altra malattia del genere? Io non voglio rispondere e spero di non doverlo mai fare.
Leggete questo libro, fatelo per informarvi, ma soprattutto per capire.
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