Un analista della CIA trova la sua metà perfetta in un contabile forense nerd…
Branson ama il suo lavoro d’analisi alla CIA. Inoltre, essere coinvolto nell’indagine sull’assassinio del presidente è affascinante, ancora di più da quando alla squadra si è unito Ryder, un contabile forense nerd e senza filtri.
All’altro lui non sembra piacere, però. Affatto. E quando il collega gli spiega perché, Branson è costretto ad affrontare una verità scomoda, che è riflessa proprio nello specchio che Ryder gli tiene davanti. Chissà quando, a un certo punto, ha perso di vista chi è veramente.
Via via che i progressi nell’indagine si fanno sempre più importanti, Branson inizia a voler cambiare e guadagnarsi l’approvazione di Ryder. E il suo piano sembra funzionare, visto che alla loro esitante amicizia si aggiungono dei benefici. Dei benefici davvero buoni, soprattutto perché l’equazione comprende un bottom autoritario che sa quello che vuole… una cosa che si dà il caso Branson abbia, ed è proprio lo strumento giusto.
Le scintille volano a più non posso tra loro, ma ben presto entra in gioco molto più di quanto Branson avrebbe mai pensato possibile. Riuscirà a diventare degno dell’amore di Ryder? Riuscirà a mostrare a quell’uomo, che ha già delle ferite e un proprio bagaglio emotivo, che è davvero cambiato?
Hi Readers Sale e Pepe,
Oggi vi parlo di “Rompicapo” sesto volume della serie “Amore alla casa bianca” di Nora Phoenix.
Sono arrivata al penultimo capitolo di questa meravigliosa serie che mi ha appassionata, non solo per le relazioni amorose che racconta, ma anche per le vicende politiche e sociali che hanno reso indimenticabile questa storia.
Prima di parlare di Branson e Ryder vorrei dire che arrivare fin qui è stato complesso, durante i primi volumi quasi ho dovuto prendere appunti per star dietro alle tante scoperte che i protagonisti, tutta “la cerchia ristretta”, facevano.
Finalmente, però, tutti i pezzi del puzzle si stanno unendo e il quadro che ne viene fuori è probabilmente ancora più spaventoso di quello che pensavo.
Ammetto anche che, visto il periodo storico che stiamo vivendo, non solo in America, quello che questo libro prospetta, terrorismo di estrema destra, odio che dilaga, potenti che schiacciano i deboli, non è neanche così difficile da immaginare e forse è proprio questo a rendermelo ancora più emotivamente disturbante.
Ma andiamo a Ryder e Branson, il primo un contabile forense e il secondo un analista della CIA, sono i primi personaggi, entrambi fuori dalla cerchia ristretta, ad avere un libro tutto loro. Direi anche meritato, è sicuramente un libro di collegamento, che è servito per incastrare tutto per il gran finale, ma la coppia ha avuto il giusto appeal per non far perdere interesse o dare l’impressione di allungare il brodo.
Inoltre, secondo me ha avuto senso spostare l’attenzione su una coppia “fuori dalla Casa Bianca”, proprio perché anche l’indagine e ciò che era successo prima si sono spostati.
Sono proprio Branson e Ryder ad essere il fulcro dell’inchiesta, sono i due che sono riusciti a collegare i pezzi del puzzle.
“«Abbiamo quasi tutti i pezzi del puzzle. Ora ciò che ci serve sono le prove.» Coulson sbatté la mano sul tavolo. «Torniamo al lavoro, così possiamo inchiodare questi bastardi.»”
Sono due personaggi interessanti, Branson sembra molto aperto, divertente e solare, ma in realtà questa è una maschera che ha imparato a utilizzare per per sopravvivere alla sua vita, nascondere il vero sé e non deludere, ne parla anche lui, definendola “estrema adattabilità”.
“…spesso interpretavo un ruolo, essendo la persona che pensavo la gente voleva che fossi.» «Sembra estenuante.» «Lo è. E da qualche parte lungo la strada sono diventato talmente bravo a farlo che ho perso di vista chi ero. Mi sono concentrato su quello che pensavo di dover essere per così tanto tempo che ho dimenticato chi sono veramente.»”
Ryder, invece, è un nerd, chiuso e apparentemente poco empatico. In realtà il suo cervello è molto analitico e quindi nell’esprimere i suoi sentimenti non è mai impulsivo, ma è sempre ragionato e ragionevole, ma non significa che non ne provi, anzi.
“Ryder era ostinato a resistere alle sue provocazioni tanto quanto Branson lo era nel chiamarlo Ry. Non sapeva perché, ma gli piaceva infastidirlo. Un Ryder agitato era ancora più carino di uno normale.”
Tra loro inizia tutto “in ufficio”, tra un caffè, un dolcetto, battute sprezzanti, umorismo, freddo ma anche tanta sincerità.
“Non ci aveva messo molto a scoprire il suo debole per i dolcetti, soprattutto se contenevano cioccolato. Ogni volta che Ryder aveva voluto strozzarlo, Branson aveva evitato il peggio offrendogli qualche snack. Tra quello e i suoi occhi castani da cucciolo, Ryder aveva difficoltà ad aggrapparsi alla propria irritazione.”
Sono un po’ “opposti che si attraggono”, è vero, ma allo stesso tempo questa diversità permette loro di essere complementari. Penso che sia perfetto per descriverli proprio un estratto che pronuncia Ryder:
“«Siamo opposti. Lui è estroverso e io sono introverso. Lui è una persona socievole, mentre a me piacciono i numeri. Lui è bravo con le lingue e io sono un genio della matematica.»”
Insomma, una coppia che funziona in un libro che definirei quello in cui tutti i nodi vengono al pettine, diciamo che è dove la parte investigativa si è totalmente (o quasi) conclusa.
So, però, che non è ancora finita, e penso che il prossimo volume sarà quello in cui vedremo finalmente non solo la giustizia trionfare, ma anche l’amore vincere.
E non vedo l’ora, perché c’è un ultimo personaggio che merita di trovare la sua felicità, il nostro Presidente!
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