Recensione “Riunione di famiglia” di Roisin Meaney

 

 

 

 

In occasione del ventennale del diploma è stata organizzata una riunione tra ex alunni. Le sorelle Plunkett, però, hanno le loro ragioni per non voler partecipare… Caroline è una stilista di successo. Con i suoi lavori a maglia è riuscita a costruirsi la carriera che desiderava e divide il suo tempo tra l’Inghilterra e l’Italia, dove vive il suo compagno. Per quel che la riguarda, preferisce seppellire i ricordi della scuola e quel che le è successo il giorno in cui l’ha lasciata. Eleanor, d’altra parte, è diventata irriconoscibile. Non è più la ragazza spigliata e divertente di un tempo. Ha un figlio che a malapena le rivolge la parola e il suo matrimonio è in crisi. Rivangare i bei tempi andati è proprio l’ultima cosa di cui ha voglia. Ma quando Caroline riceve una lettera inaspettata un po’ di tempo prima del giorno previsto per l’incontro, i ricordi cominciano a riaffiorare. Le due sorelle riusciranno a trovare il coraggio di tornare nella cittadina in cui sono cresciute e affrontare il passato?

Sono pochi i libri che mi toccano nel profondo.

Oramai lo sapete, sono una vecchia signora stile arsenico e vecchi merletti.

E’ oramai noto anche alle focene, che il mio interesse primario è sul lato meno nobile dell’esistenza, quello che si nutre e distorce quel lato oscuro del buon vecchio Jung che dovrebbe aiutarci a crescere.

Come direte voi, i lati meno belli dell’essere umano aiutano l’evoluzione?

Eh si mie adorate testoline.

Chi ha il coraggio di immergersi in quel mare color petrolio, scopre un mondo fantastico. Che proprio per la capacità di essere visto diviene meno pericoloso e minaccioso.

Il mare allora assume le sfumature del cobalto, riflesso di mille colori e capiamo che quel famoso nero non è altro che un elemento connesso alla nostra percezione.

Se pensiamo che gli ostacoli ci fermino…gli ostacoli diventano dotati di lunghe zanne e artigli. Ma se si ha il coraggio di affogare, o di rischiare, si comprende che in fondo noi siamo esseri mediali, capaci cioè di respirare in superficie cosi come negli abissi.

E che gli abissi sono le indicazioni per vivere, e vivere al meglio. Le donne protagoniste di questo toccante libro sono donne sull’orlo. E quell’orlo cosa cela sotto lo decide, appunto, il coraggio, la loro percezione e la capacità di sbrogliare il passato. Loro si immergono nel dolore, nello schifo e nell’orrore di questa esistenza senza rispetto. Affrontano i più miseri eventi, quelli che feriscono, distruggono, ma che possono darti l’opportunità di ricostruirsi. E anche se saremo donne particolari, forse con tante crepe, saremmo libere.

Ecco che sono donne sirene, capaci ossia di imparare a respirare sott’acqua (acqua intesa come flusso id emozioni forti, burrascose e soffocanti), e donne concrete, capaci di essere al tempo stesso madri, divinità crudeli e soprattutto donne Forti. Ora so che questo termine forte è stra usato e abusato.

Ma vedete, la donna quella tutta d’un pezzo non è la femminista esagitata, o la donna spregiudicata, colei che affronta la trasgressione facendola sua. La donna, quella vera, è colei che affronta il lutto e non ne viene lacerata.

E’ colei che non cede all’orrore del dominio senza rispetto maschile. Colei che nonostante sia violata nella sua purezza, nei suoi sogni, riesce ad alzare la testa e ricostruirsi, rinnegando e dicendo no alla reiterata accettazione dello status quo.

E che status è direte voi?

Il solito.

L’apparenza che rinuncia ai valori, anche quando questa costringa a essere complici di uno stupro.

O quando cedono la dignità per dei favolosi party, per una accettazione sociale, per un successo effimero.

Ecco che spesso queste nostre perversioni (queste sono quelle vere, non la stupida ricerca del sesso a ogni costo e in ogni posizione) non fanno altro che allontanarci da noi stesse, e soprattutto dalla solidarietà tra sorelle, tra donne, tra persone.

E’ la storia di una riunione si, ma non tanto con altri soggetti, ma con la propria anima.

Perché solo così facendo il vero senso di famiglia, ossia di comunità basata su una stessa solidarietà, empatia e vicinanza, potrà davvero sbocciare. Io vi invito a essere coraggiose come le due protagoniste. E nonostante gli orrori, la minacce e le brutalità continuare a dire no e proteggere, salvare, custodire la propria anima.

E’ davvero l’unica certezza che ci resta.

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