Recensione “Quattordici spine. La prima indagine dell’ispettore Traversa in Sicilia” di Rosario Russo

 

 

 

Acireale, Sicilia. Un efferato delitto sconvolge l’abulica routine quotidiana: Don Mario Spina, canonico della basilica di San Pietro, viene ritrovato senza vita all’interno della sacrestia, ucciso con decine di colpi d’arma da taglio. Inoltre, da un’antica credenza sono state trafugate le spoglie del maggiore artista locale, Paolo Vasta. L’ispettore di polizia Luigi Traversa, da poco arrivato dal Veneto, si ritrova a indagare su un delitto a tratti inspiegabile. Chi è stato a compiere quell’orrendo crimine? E quale misterioso passato nasconde il poliziotto, giunto all’improvviso in città? Quattordici giorni serviranno a Traversa per risolvere il caso, togliendo una spina alla volta da quel pericoloso fico d’India tutto siciliano che, una volta ripulito, mostrerà all’ispettore la terrificante verità.

Ok, lo ammetto a chiare lettere, adoro la scrittura di questo autore siciliano, sarà il fatto che sono di parte, sarà che scrive della Sicilia, sarà anche che, in maniera ironica, tratta temi e argomenti abbastanza difficili, ma è palesemente uno di quegli autori che io sceglierei ad occhi chiusi.

Nel primo volume, l’ispettore Traversa mi aveva in qualche modo affascinata, qui si parte dalla sue origini e la domanda “Come è finito in Sicilia?” ha trovato la giusta risposta, e quel suo alone di mistero va svanendo.

Con questa lettura si è elevato all’ennesima potenza, ironica, scorrevolissima, a tratti frivola, un giallo che, tra le risate e i detti siciliani, scorre velocemente e ti fa compagnia in un pomeriggio insolito.

La prima indagine di Traversa e Lorefice dietro ad ogni piccolo indizio, Acireale nella sua assurda bellezza, la cartocciata alle melanzane e il profumo di pesce che aleggia in ogni vicolo, si parla pure delle mie adorate polpette di finocchietto di timpa.

E dei paragoni bizzarri alla siciliana “Bianco come la tuma”.

È uno scorcio di Sicilia, vista da un piemontese.

La terra di Pirandello, del suo essere e del suo apparire.

Un mistero da svelare, una morte inaspettata, cadaveri e congiure da scoprire.

“La maglia fu portata alla cagna triste.”

Interessante, enigmatico, superbo, machiavellico.

firma Claudia

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