Recensione “Quando Borg posò lo sguardo su Eve” di Annarita Stella Petrino

 

 

 

Nella Sedicesima Primavera gli esseri umani non sono l’unica specie dominante. Dopo il cataclisma che ha quasi ucciso il pianeta, vivono sottomessi ai borg che loro stessi hanno creato quando il mondo devastato da guerre e pestilenze aveva bisogno di tornare a essere popolato. Un Governo borg e leggi borg regolamentano la nuova società, i cui ideali sembrano discostarsi di poco da quelli che avevano fatto precipitare quella vecchia. Di quei giorni è rimasto un Partito, ora l’unico tentativo organizzato degli esseri umani per riaffermare la propria autonomia. La lotta per la libertà è un cammino lungo e costellato di vittime, ed è in questo scenario che si muove Lilandra Nassir, una giovane borg erede di una potente famiglia. Nella lunga e faticosa ricerca delle proprie origini e della sua sfaccettata identità, Lilandra attraverserà il nuovo mondo borg per scoprire che la diversità fra le razze è solo dettata dall’errata convinzione di un’inesistente superiorità di una sull’altra.

Dopo che gli esseri umani hanno quasi distrutto il pianeta, hanno cercato di creare una sottorazza piu’ forte per far fare a loro i lavori di fatica “i borg”. I borg pero’ si sono accoppiati con gli esseri umani ed hanno creato una nuova razza che ha preso il dominio dell’ umanita’. Ci sono nuove leggi borg ed un nuovo governo, gli umani ora sono i servitori. In questo mondo cresce Lilandra, una giovane borg, erede di una potente famiglia. A differenza degli altri borg e’ molto meno fredda e le piace stare con gli uomini. Dopo lo sterminio della sua famiglia Lilandra affrontera’ un lungo viaggio per scoprire la sua vera identita’, cerchera’ far capire che non esiste ne diversita, ne superiorita’ tra razze. Il libro e’ molto scorrevole, la storia e’ abbastanza avvincente e non scontata. Lilandra e’ un personaggio molto fresco, e molto dettagliato, ma gli altri personaggi erano molto secondari in confronto a lei anche se descritti bene.

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