Recensione “Qualcosa che non ti aspetti” di Antonella Solombrino

 

 

 

Dopo quattro anni, Marco bussa alla porta di Emma, donna che ancora, a distanza di tempo, nutre forti e immutati sentimenti per lui. Questa volta, sarà il cuore a decidere, lasciando ripartire tutto da zero. Ma sarà la scelta giusta?

 

Quando mi trovo in queste situazioni, scrivere la recensione non è mai facile, anzi, è difficilissimo, perché, purtroppo, recensire negativamente il lavoro altrui non è mai una cosa bella.

Ci ho messo tempo a leggere il libro, perché ho dovuto interrompere la lettura più e più volte, in quanto non ero sicura di riuscire ad arrivare alla fine.

Perché? Perché il libro, nonostante sia un romance, è privo di emozioni, sembra quasi una narrazione dei fatti pura e semplice, senza soffermarsi sui sentimenti e sulle emozioni che dovrebbero scaturire nel lettore.

Non parlerò della trama, perché il mio è un giudizio personale e la trama può o non può piacere, anche se più volte mi sono chiesta come mai l’autrice voglia far passare un messaggio del genere. Perché l’autrice vuole farci credere che avere al proprio fianco un uomo che non ascolta le tue idee e che ti impone le proprie vada bene?

Perché vuole far passare l’idea che tutto va perdonato se c’è l’amore alla base?

Detto questo passiamo ai fatti.

Nonostante il libro sia di quasi 400 pagine, i fatti che si raccontano si svolgono alla velocità della luce: dopo quattro anni di separazione, i due si rimettono insieme e dopo circa una settimana vanno a vivere sotto lo stesso tetto. Alla prima crisi, la separazione è istantanea, e nonostante lui le abbia giurato amore eterno, dopo due giorni è già felicemente fidanzato con un’altra persona e pensa al matrimonio. Dopo poco più di un mese ecco che la storia finisce, i due si ritrovano, e gravidanze e matrimonio sono dietro l’angolo…

Direi irreale, troppo irreale, ma ripeto, essendo gusti personali, questo inciderà poco sulla mia valutazione negativa.

Ora passiamo veramente ai fatti brutti brutti.

Come potete vedere anche da voi, il libro è, o per meglio dire, dovrebbe essere curato da una casa editrice, ma nella realtà dei fatti, questo libro, oltre a non essere mai stato letto da un correttore di bozze, non è mai passato nelle vicinanze nemmeno di un editor.

Non do tutta la colpa alla CE, perché con una rilettura profonda del libro, anche l’autrice stessa avrebbe dovuto accorgersi di ciò che c’era scritto nel testo, a maggior ragione poi mi sento in dovere di evidenziarlo quando alle spalle c’è una casa editrice.

Cosa c’è che non va? Vi faccio solo alcuni esempi, ma posso dimostrare che il libro è un errore che cammina, non parlo di refusi, ma di errori grammaticali veri e propri: lettere minuscole dopo un punto o un punto di domanda, e questo è solo l’inizio; tempi verbali completamente errati; soggetti al singolare e verbi al plurale o viceversa; “h” mancanti nel verbo avere e ripetizioni.

Ecco cosa si trova davanti il lettore.

Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, ma il libro andrebbe tolto dal commercio, rivisto e ripubblicato!

 

 

firma Claudia

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *