Recensione “PREDA” di Vanessa Maletta

 

 

 

Lia Corsi ha 36 anni, una carriera brillante come editor, un figlio adolescente e un matrimonio finito che nessuno ha il coraggio di sciogliere davvero. Vive di apparenze, routine, doveri. Ha rinunciato a tutto ciò che accende il cuore. Anche al sogno di scrivere.
Ma quando le affidano la revisione di un romanzo firmato da un certo Drogo, la sua vita inizia a perdere ogni equilibrio. L’autore non si mostra mai, non si firma mai col suo vero nome. Ma ogni sua parola è un’arma. Ogni e-mail un affondo. Ogni messaggio un morso.

Drogo – Gabriel – è oscuro, disturbato, geniale. Ha un passato che gronda veleno e una mente capace di sedurre come una lama accarezza la pelle: con lentezza, finché non fa male. Vuole Lia. Non il suo corpo. Non ancora. Prima la mente, poi l’anima. E infine… tutto.

Comincia così un gioco erotico senza volto, senza volto, senza regole – se non quelle imposte da lui. Lia lo accetta. Lo desidera. Lo brama. Nelle notti silenziose in cui l’unico rumore è la voce di Gabriel al telefono. Nelle pagine segrete che scrive ispirandosi a lui. Nei pensieri che la consumano.

Ma quando il virtuale si trasforma in realtà, tutto cambia. Perché l’ossessione ha un corpo. E il peccato ha un nome.
E Gabriel Martini non è pronto a lasciarla andare.

PREDA” è un viaggio conturbante tra ossessione e redenzione, desiderio e perversione, in cui l’amore non salva – ma può scegliere di restare.

 

GENERE DARK ROMANCE

obsession, master and slave, spicy, morally grey, love/hate, forbidden, emotional scars, secret identity

 

Un romanzo che prende sin dalle prime righe, due protagonisti che impattano, ognuno a suo modo.

Lia Corsi è incastrata in una situazione familiare scomoda: dopo un matrimonio riparatore, nel quale il rapporto col marito non ha mai ingranato del tutto, per non far pagare lo scotto del fallimento al figlio e rabbonire i loro genitori, mettono in scena la farsa della famigliola felice.

“E così, in silenzio, viviamo la nostra vita nascondendo tutto lo sporco della nostra relazione sotto a un tappeto, affinché nessuno veda, nemmeno noi”

Mentre Valerio, il marito, ha una relazione da più anni che lo porta spesso fuori casa, Lia si dedica al figlio e al suo lavoro di editor; Ella è la sua amica più cara, nonché collega alla Rovati edizioni, che cercherà di farla uscire dalla sua comfort zone, spronandola ad osare di più.

“Mi ritrovo di fronte alla consapevolezza di non conoscere cosa sia la leggerezza, affrontare le situazioni senza l’affanno delle responsabilità e dei doveri.”

Quando il direttore sottopone a Lia un nuovo romanzo per l’editing, pare subito curiosa la decisione dell’autore, Drogo, di rimanere anonimo, quindi i contatti potranno avvenire esclusivamente via mail.

Drogo/Gabriel è un disegnatore tecnico, scrittore per diletto, la sua infanzia di abusi da parte della madre lo ha reso un predatore misogino abituato a far cadere le sue vittime nella rete grazie al grande fascino.
La considerazione che ha delle donne è pari a zero, non ne ha né stima né rispetto: sono unicamente utili per il suo piacere personale. È un dominatore e come tale si comporterà sin da subito con Lia, mettendo in campo un gioco di potere perverso.

Quando Lia entra in contatto con l’autore, ho sentito crescere dentro di me il disagio, parallelamente a lei. Anche io mi baso molto sul mio istinto, quindi ho potuto comprendere il segnale di allarme che il subconscio le ha inviato: un istinto primordiale di sopravvivenza.

L’autrice è stata abile nel trasmettere le emozioni dei protagonisti, il doppio pov ha sicuramente aiutato a calarci nella mente di Lia e Gabriel suscitando empatia nei confronti della prima ma anche provando la stessa irrefrenabile attrazione verso la malsana malia che lui suscita.

“Avverto un inappropriato stato di eccitazione impossessarsi della mia razionalità, annientando il buonsenso e scatenando un’orda di sensazioni che mi sono del tutto nuove. Frenesia, turbamento e uno scandaloso desiderio”

La storia andrà avanti in un crescendo di situazioni, sorprendendomi sia per l’abilità di Gabriel di passare da un tono rassicurante ad uno spietato, che per la duttilità che Lia ha saputo dimostrare.

È un romanzo che possiamo collocare nella fascia dark romance dove il gioco fra dominatore e sottomessa si sposta ad un livello virtuale e vede i protagonisti mutare giorno per giorno in questa relazione assurda ma totalizzante.

La scrittura di Vanessa è schietta, ritmata, sono buoni sia i dialoghi che le analisi introspettive; nonostante sia un genere che non scelga abitualmente, l’autrice è riuscita a comunicarmi emozioni, pulsioni e frustrazioni in modo autentico e vibrante.

Ed è una dote che non tutti hanno.

 

Anna

samanta

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