Recensione “Penny portafortuna” di Jill Barnett

 

 

 

New York, fine 1800. Quando il famoso architetto Edward Lowell diventa improvvisamente tutore della nipote di 4 anni, rimasta orfana, la vita che conosceva viene messa sottosopra. Sua nipote è disperata ma quando vede una bambola nella vetrina di un negozio, Ed scorge i primi segni di felicità negli occhi della piccola. Purtroppo la bambola viene venduta prima che Edward possa comprarla, per cui si mette alla ricerca della fabbricante di bambole sperando che lei possa aiutarlo a trovare un modo per curare la sua giovane nipote.

Dall’autrice Jill Barnett, più volte in vetta alle classifiche del New York Times e già pubblicata in precedenza da Mondadori, ecco un incantevole racconto natalizio ancora inedito in Italia.

Bella novella storica ambientata a New York verso la fine dell’800.

I protagonisti sono Eleonor, quarantenne che ha ereditato da uno zio uno stabile con una palestra sotto e un paio di appartamenti sopra, e Conn, trentenne irlandese, ex pugile di successo e gestore della palestra.

Fra i due non scorre buon sangue, al primo incontro, dopo una cena galante e un bacio rubato, è infatti seguito un periodo di battibecchi e ripicche finché lei non è costretta a trasferirsi proprio in quello stabile, e più precisamente nell’appartamento sopra quello di Conn. Litigi e arrabbiature sono intervallati da gesti cordiali di buon vicinato quando se ne presenta l’occasione.

Siamo alle prese con due persone mature ed innamorate ma non facili a lasciarsi andare; due teste dure, tenaci e non abituate a perdere o a cedere il passo, come spesso accade nelle coppie che si incontrano e innamorano non più giovanissimi, quando i caratteri sono ben formati ed è difficile piegarsi o semplicemente adattarsi a un’altra persona.

Molto divertente e ironico, ricorda le classiche commedie romantiche hollywoodiane che hanno conquistato milioni di cuori nei decenni scorsi e che ancora si guardano con molto piacere.

Una bella storia, personaggi ben delineati e molto caratteristici, buon umore, grandi sentimenti e una scrittura precisa e coinvolgente.

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