Recensione “P.s. Ti odio da morire” di Winter Renshaw

 

 

 

Caro Isaiah,

sono passati otto mesi da quando eri un semplice soldato pronto a partire per chissà dove, e io una cameriera troppo timida. Mentre ti passavo furtivamente quel pancake gratis, ricordo di avere sperato che non ti accorgessi del mio sguardo. E invece l’hai fatto. E così abbiamo passato insieme la settimana più incredibile di tutta la mia vita, in attesa del giorno in cui saresti dovuto partire. Quei momenti trascorsi insieme hanno cambiato tutto. Dopo che sei partito, ho conservato ogni tua lettera. Ho imparato a memoria ogni parola, in attesa di un nuovo messaggio o qualunque cosa che mi parlasse di te. E poi un mese fa hai smesso di scrivermi. E ieri hai persino avuto il coraggio di venire nel locale dove lavoro facendo finta di non conoscermi. E pensare che avrei potuto amarti. Spero almeno che tu abbia avuto una buona ragione.

recensione: Due protagonisti quanto più diversi tra loro, due mondi che non dovevano essere destinati ad incontrarsi, eppure si scontrano e s’incontrano nel bar più famoso per i pancake.

Lei, Maritza la cameriera, lui Isaiah il caporale, lei solare e piena di vita, lui scontroso e senza una vita a cui pensare.

Nove giorni da trascorrere insieme, nove giorni di nove sabati, un patto, niente amore, solo amicizia, niente effusioni, solo incontri da turisti, e poi si riparte non da un noi.

Ma quei sabati vengono sostituiti da un’insolita amicizia epistolare, destinata a finire, lettere su lettere solo per tenere compagnia.

Ma se invece tenessero vivo il ricordo di quel noi senza possibilità?

Se si iniziassero a creare nuove emozioni e sentimenti a cui non sarà facile sottrarsi?

Una storia bizzarra, due protagonisti che negano l’evidenza per paura, due caratteri non comuni, e quel “P.s.” in fondo alle lettere che scrive di odio ma profuma di amore.

Divertente la corrispondenza tra “per sempre la cameriera” e il Caporale Torres, quella formale corrispondenza di guerra, quello scriversi del niente e del tutto, e il ritorno che non è quello sperato.

Un amore nato per caso, da sorrisi, da un concerto, da quella notte di passione folle, da un museo delle cere e  da un giro ad Hollywood.

Los Angeles sullo sfondo, dove tutto dovrebbe parlare d’amore da film, sceneggiature scritte chissà quante volte, scenari da Oscar, una famiglia di famigerati attori e loro, che sono solo protagonisti di un amore tutto da scoprire, e quella voglia di conoscersi ancora, meglio.

La scrittura semplice e lineare facilita la lettura, il pov alternato evidenza le diverse emozioni e quei contrasti tra cuore e mente dei protagonisti, mi è piaciuto leggere di questi personaggi insoliti eppure semplici, ho sperato in quel lieto fine, in quel binomio cameriera-caporale, forse dopo decine di letture di amori contrastanti, dark e noir, una storia “normale” ha fatto breccia.

 

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