Recensione “Obbligo o verità” di Mary Phoenix

 

 

 

 

E se, per uno stupido gioco di obbligo o verità, il più popolare e puttaniere e la più invisibile della scuola si ritrovassero a fingere per tre mesi di essere fidanzati e presentarsi alle proprie famiglie come tali? Riusciranno a resistere per tutto il tempo stabilito dall’obbligo? Riusciranno allo scadere dei tre mesi a fingere un fatale litigio che farà pensare ai genitori di entrambi la loro rottura?

Un libro che da un semplice gioco passa a questioni più importanti, una sorpresa… una piacevole sorpresa. Comprato per puro caso, letto con voracità, dolce e delicato, affronta temi spiacevoli, violenze che entrano dentro il corpo e soprattutto nella mente.

Un gioco che inizia per caso, una serata qualunque tra amici, lei la timida, lui il Dongiovanni della situazione, tre mesi di finzioni, bugie, per riuscire a vincere quel famoso gioco della bottiglia.

Ma dietro ad una coppia comune, famiglie e segreti si celano, e se il loro rapporto è già instabile sulle prime battute, ecco che di fronte alle grandi verità cede e si lancia nel vuoto.

“E’ meglio se mi dimentichi Alex.”

Un lutto in comune, fratello e amico, qualcosa di sbagliato da subire ,una punizione atroce, la fine di una vita e loro che cercano di indagare su cause, colpe e accuse.

“Vivi, anche tu. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, perchè non si può mai sapere cosa ci riserva la vita.”

L’amara verità.

L’ultimo biglietto, l’ultima lettera che racchiude un cuore: “Dille che l’amo e che non smetterò mai di farlo. Che io sarò sempre qui ad aspettarla, se mai vorrà tornare. Dille che mi dispiace davvero, ma davvero tanto… Mi ha fatto passare l’estate più bella della mia vita, mi ha fatto innamorare follemente di lei.”

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