Recensione “Non guardarmi così” di Roni Loren

 

 

Sono passati dodici anni dalla mattina in cui tutto è cambiato per i ragazzi dell’ultimo anno al liceo di Long Acre. I pochi superstiti sono stati soprannominati dalla stampa “i sopravvissuti”. Liv Arias non avrebbe mai pensato di fare ritorno a Long Acre dopo quello che era successo. Ma quando i produttori le chiedono di partecipare a un documentario su quegli eventi, Liv non riesce a dire di no. E così parte per il luogo in cui hanno sede tutti i suoi incubi, terrorizzata all’idea di rivivere quei ricordi. Anche gli altri “sopravvissuti” sono tornati. E tra loro c’è Finn Dorsey, il primo amore di Liv. Scoprire di provare ancora un’attrazione bruciante per lui non era previsto. Anche se Finn è molto diverso dall’affascinante giocatore di football di un tempo: la sua faccia si è indurita e nei suoi occhi verdi non c’è più la minima traccia di innocenza. Ritrovarsi sempre più vicini significa riaprire vecchie ferite, ma forse fidarsi l’uno dell’altra è l’unico modo per recuperare il coraggio di vivere.

Un libro strapieno di demoni da sconfiggere, ricordi da dimenticare, passato che ancora si ripercuote nel presente.

Si può mai superare il ricordo di aver visto la morte?

Ci si può sentire in colpa per essere felici? Condannarsi ai ricordi, alla tristezza, all’infelicità?

Questo è un libro in cui lasci il cuore, con ricordi sbiaditi, flashback dei protagonisti, la vita che pone dei limiti, le paure da saper e dover superare.

“Non ero più la ragazza dello stanzino”: lei era una piccola ribelle che si tingeva i capelli con colori accesi, aveva mille sogni e mille aspettative. Oggi si sente ancora reclusa in quello stanzino pieno di paure e senza futuro.

Finn Dorsey è ritornato nel passato, non è più l’audace giocatore di football ma l’agente sotto copertura dell’FBI, con incarichi e vite altrui che si alternano e non lo fanno soffermare su quel passato che incombe come un presagio.

Due anime ferite, spezzate dagli eventi, due sopravvissuti che stentano a vivere, che sopravvivono in un presente fatto di ricordi e demoni e che non si sbilanciano sul futuro.

È un libro delle seconde possibilità? No, è un libro dove si ha bisogno di rielaborare il passato per poter tornare a vivere. Bisogna aprire le capsule del tempo e riacquistare quei sogni racchiusi nella botola.

“Una scintilla del passato, niente di più. Nessuno dei due poteva dimenticarlo.”

Loro, amanti del passato; lei, la fidanzatina del liceo; lui, il ragazzo che non si dichiarava.

“Non sarò mai più quello che ti lascia in pericolo. Non posso offrirti molto ormai, ma posso prometterti questo. Ti proteggerò, Livvy. Ti terrò al sicuro.”

“Sento che saremo un casino. – Siamo sempre stati un casino, Livvy.”

Prometto, classe del 2005, di vivere la vita che mi spaventa. È tempo di mantenere le promesse.

La miglior vendetta è la felicità.

Una storia che, dal dolore, trae solo amore.

firma Claudia

 

 

 

 

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