Recensione “Non dobbiamo stare vicini” di Ester Bradamante

 

 

 

New York. Sara e Luke hanno un passato ingombrante e il loro presente è scandito da regole precise che si sono autoinflitti. L’unica cosa che apparentemente hanno in comune è l’amicizia con Juls: infatti i tre lavorano nella stessa società.
Sara è una ragazza riservata e decisa, conosce Juls dai tempi dell’università e da allora non si sono più lasciate.
Luke lavora nello stesso settore di Juls ed è un playboy che non vuole legami. Per lui Sara è solo la migliore amica di Juls.
Tuttavia, la vita non sempre va come si vuole e, beffarda, si prende gioco dei due.
Sara e Luke riusciranno a gestire le conseguenze di un assurdo imprevisto?

Lei ha bisogno di tranquillità e di certezze, di scossoni nella vita ne ha già avuti abbastanza; lui fugge da se stesso, da un passato che l’ha segnato, che gli impedisce di allacciare rapporti profondi con le persone, che non gli permette di amare. Entrambi hanno impostato la loro vita su strade ben definite: di certo lei non perderà il sonno dietro al bellissimo uomo, donnaiolo e all’apparenza superficiale, che lavora nella sua stessa società, e lui non si lascerà sconvolgere da quella ragazza troppo sulle sue, piuttosto asociale e poco incline al divertimento, eppure… basta abbassare un attimo le difese e tutto cambia. Le loro strade si incontrano, per un breve momento seguono la stessa direzione, provano ad allontanarsi ma contro ogni volontà continuano a riunirsi più e più volte. Cosa fare, quindi, quando il bisogno di tranquillità lascia il posto all’eccitazione e alla voglia di lasciarsi andare? Come resistere quando la convinzione di bastare a se stessi comincia a fare acqua da tutte le parti? E se fosse arrivato il momento di eliminare le regole e cominciare a vivere?

La storia tra Sara e Luke, se estrapolata dall’intero romanzo, è una bella storia; è bella perché “possibile”, i protagonisti sono ben caratterizzati e le motivazioni di fondo dietro al loro agire attendibili; devo ammettere, però, che si perde fra le pagine, un po’ perché troppi avvenimenti e personaggi riempiono il romanzo senza aggiungere nulla di significativo alla storia, e un po’ perché manca di emozioni: credo che avrebbe reso di più se la scrittura fosse stata maggiormente approfondita. Nonostante i pov alternati, infatti, non arrivano del tutto le sensazioni e i sentimenti provati dai protagonisti: troppo veloci, troppo “raccontati” e non “trasmessi”; i momenti di confronto, ad esempio, avvengono come un ricordo di quanto accaduto, non come un vero e proprio chiarimento che invece sarebbe stato carico di emozioni e avrebbe sicuramente coinvolto il lettore … Ogni cosa, a mio avviso, scorre troppo velocemente penalizzando il romanzo. Ripeto: la storia è molto carina e ha del potenziale ma andrebbe alleggerita, ripulita e approfondita per renderla più coinvolgente ed emozionante.

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