Recensione “Nel mio cuore ci sei tu” di Robin York

 

 

 

 

Caroline continua a sognare West. La sua pelle calda, i suoi muscoli, le sue mani addosso a lei. Poi si sveglia e torna alla realtà: West se n’è andato. E prima di andarsene, le ha spezzato il cuore. Ma un giorno, all’improvviso, West le chiede aiuto. Una tragedia ha colpito la sua famiglia: una famiglia già abbastanza nei guai. Senza pensarci, Caroline sale su un aereo per raggiungerlo e stargli vicino. Sono di nuovo insieme, ma lui sembra completamente cambiato: è nervoso, pare avercela con il mondo. Caroline non sa come comportarsi. Dovrebbe tornare nell’Iowa e occuparsi della causa contro l’ex fidanzato che ha postato le loro foto private per vendicarsi. E invece eccola lì. Profondamente innamorata di West. Ancora.

E’ uno di quei libri per cui non puoi evitare di fare complimenti all’autrice per la scrittura fluida, semplice, il corretto uso della grammatica (a parte qualche errore dovuto alla traduzione, spero).

Sulla trama, purtroppo, la mia impressione non è stata altrettanto positiva. Per me non c’è una storia in essere, non ci porta da nessuna parte, i protagonisti sembrano delle palline di ping pong: lui è determinato a non cambiare idea e non vuole tornare indietro sulle sue scelte ma poi, apparentemente senza motivo, accetta di riprendere il rapporto con Caroline, lei sembra sempre sottomessa e pende dalle labbra di lui, correndo ovunque per lui, pur avendo un processo da seguire.

Se ho amato il primo libro di questa storia, questo mi ha fatto ricredere se non sull’ intera vicenda, o almeno sul finale. Non c’è stata una crescita dei personaggi ma solo un allontanamento da parte di Wes e un avvicinamento insensato, sembra che gli piacesse crogiolarsi nel dolore.

La continuazione della loro storia d’amore ha il sapore di una costrizione, a parte i ricordi che hanno la capacità di toccare nel profondo i lettori del primo volume , l’intero libro è un “non posso, non voglio, devi andare, dobbiamo stare lontani,” ma perché?

L’incapacità di Wes di accettarsi, il suo senso di inferiorità si trascina per tutta la narrazione.

I monologhi dei protagonisti appesantiscono la storia, rendendola ferma dalla seconda metà del libro fino.

Una storia dilatata e trascinata, appunto, senza nessuna convinzione.

Talvolta risulta noiosa per le parti descrittive finali, voglio “giustificare” l’autrice pensando che volesse raccontarci come si sentono i personaggi dopo la sofferenza estrema provata nel volume precedente, il risultato purtroppo è deludente perché si dà troppo spazio a situazioni altalenanti, da tira e molla, senza giungere ad una vera conclusione.

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