Recensione “MRS MARCH-LA MOGLIE DELLO SCRITTORE” di Virginia Feito

 

L’ultimo romanzo di George March è come sempre un successo, adorato dai lettori e dalla critica.

Nessuno potrebbe essere più fiero della sua devota moglie, che si sente parte di tutti gli onori e i riconoscimenti: Mrs. March è infatti completamente dedicata al marito. La sua vita nell’Upper East Side segue una rigida routine fatta di dignità e totale controllo. Finché una mattina, mentre compra il pane nella consueta pasticceria, Mrs. March conversa con la commessa e per caso capisce che la protagonista del romanzo, una disgustosa e meschina prostituta, è ispirata a lei. Stringendo la borsetta di pelle nei guanti color menta, fugge dal negozio, sconvolta. Cosa può aver fatto per meritare una tale umiliazione?

Il sospetto comincia a insinuarsi insidioso nella sua mente. E tutto quello che credeva di sapere su George e su se stessa inizia a sembrarle un inganno. La paranoia la spinge a frugare tra i documenti del marito, fino a trovare un articolo di giornale che parla di una donna scomparsa. Forse George c’entra qualcosa? Nella notte, Mrs. March inizia a sentire strani rumori, i pensieri la assalgono senza sosta e in più nella casa iniziano ad apparire degli scarafaggi impossibili da debellare… Finché la donna decide. Deve fare qualcosa per scoprire la verità.

 

Sono una donna ed entrare nella testa di Mrs March non avrebbe dovuto stupirmi più di tanto.
Ma l’inadeguatezza, l’insicurezza e la meschinità di questa donna mi hanno infastidita.
Mrs March vive nella sua bolla di mediocrità rispettando il canone della moglie di uno scrittore di grido: organizza party, fa shopping, alleva marginalmente un figlio avuto sembra quasi per dovere, ma quando si ritrova dall’oggi al domani in crisi per il sospetto che il marito  l’abbia presa come ispirazione per la protagonista del suo ultimo romanzo, la spinge in un vortice di follia. All’improvviso sembra che tutti i conoscenti la identifichino con Johanna, la disgustosa prostituta nata dalla penna di George, sente gli occhi su di sé, lo scherno nella voce delle persone e commiserazione nei loro sguardi.
All’inizio si è solidali, ma poi quando prosegue il racconto delle sue abitudini, della sua vita, delle sue manie, si può esserle affini o opposte, ed io l’ho trovata veramente pessima. Assolutamente infantile e non pronta per essere moglie, madre, compagna di un uomo di successo, si autocommisera e non fa nulla per migliorare, nemmeno esteticamente. Sa di essere scialba ma non fa altro che invidiare, criticare le altre, godendo delle disgrazie altrui.
Come prevedibile, il suo carattere deriva da turbe infantili:  mancanza di attenzione genitoriale, circondata da una famiglia fredda e anaffettiva che demonizzava il cibo, Mrs March era stata messa costantemente in competizione con la sorella, e anche in età adulta il meccanismo non è cambiato.
La fantasia di questa donna valica ogni confine plausibile, evocando situazioni sordide e inquietanti, e mentre la voglia di primeggiare la spinge a indossare una maschera da perfetta organizzatrice, nel suo intimo è una persona inetta e avara di sentimenti che non siano negativi.

Nonostante il personaggio sia veramente discutibile, l’autrice ha avuto un grande coraggio a raccontare questa storia, perché se è facile appassionarsi a protagonisti amabili, è complicato farlo con quelli più impopolari; usando poi la narrazione in prima persona mette il lettore in una posizione di giudizio totale: io so come sei veramente Mrs March, cosa pensi, e le tue maschere con me non funzionano.
Per tutta la durata della lettura sono rimasta in bilico chiedendomi se questa donna avesse una patologia psichiatrica congenita o se il suo vissuto l’avesse resa così, rendendomi anche conto che questo disagio mentale albergava in ogni membro della sua famiglia, dal marito al figlio.
Eppure, con l’avanzare della lettura sono rimasta intrappolata nella brama di sapere dove la follia di questa donna l’avrebbe portata, se le sue farneticazioni avrebbero potuto portare a risolvere il caso di omicidio di cui pensava potersi essersi macchiato il suo famoso marito. Sono rimasta addirittura stupita dell’improvvisa iniziativa presa per condurre in solitaria le indagini, nel mentre le allucinazioni facevano banchetto con la sua mente.
Ma la verità che si rivela nel finale non potrà mai essere che così ovvia, semplice ma devastante per la povera mente di Mrs March …

Lo consiglio? Sono ancora così sconvolta da non capire se lo ho amato terribilmente o no! Di sicuro il finale mi ha lasciato letteralmente senza parole…

 

 

firma Anna

firma Claudia

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