Recensione “Mi chiamo Elizabeth e sono un’assassina” di Cynthia Clark

 

 

Mi chiamo Elizabeth e sono un’assassina. Ho sognato spesso di pronunciare queste parole ad alta voce. Sarebbe un sollievo riuscire a liberarmi del peso che mi tormenta ogni notte. Ogni giorno. Ogni secondo della mia vita. Ma i segreti hanno un modo sottile di controllarti, di plasmarti e, alla fine, di cambiare per sempre la persona che credevi di essere. Più a lungo tieni un segreto e più distrugge la tua anima. Nessuno potrà mai condividere con te quella disperazione. Chi mai potrebbe capire? Nessuno immagina che dietro la madre amorevole, la moglie affettuosa e il brillante avvocato c’è una donna con un segreto terribile. Un segreto che potrebbe mettere in pericolo tutto ciò che amo. Ho paura che la vita che ho costruito possa essere distrutta. Mi terrorizza affrontare le conseguenze delle mie azioni. No, non posso dirlo a nessuno. Devo rimanere l’unica custode della verità. Nessuno può sapere che io, Elizabeth, sono un’assassina.

Dal titolo preannunciavo un capolavoro. Leggendo la trama ne avevo conferma.

Sono rimasta delusa.

Per carità, il libro è scritto bene, i personaggi sono ben delineati e la storia c’è, ma ci sono diversi ma. Mi ha lasciata con un po’ di amaro in bocca perché non è la storia magistrale che mi aspettavo. L’errore, forse, è stato mio, perché le aspettative erano molto alte.

La narrazione non è incalzante, non mi ha attratta ad andare avanti anche se, alla fine, ho fatto bene a farlo. Diciamo che il finale mi ha soddisfatta, ma non ho chiuso l’ultima pagina con l’appagamento solito, anzi, ero felice di aver finito il libro.

Detto così sembra che non mi sia piaciuto per niente, ma in realtà ci sono state diverse parti interessanti e parlando di stupro, ero propensa a capire come si sarebbe risolto.

Quello che mi ha dato più fastidio è stato leggere di come la protagonista affronta l’omicidio. Non mi è parso reale, è come se fosse rimasta per sempre un’adolescente. Una donna, un avvocato per di più, con marito e figli al seguito, incapace di capire come tutelarsi e affrontare l’evento che le ha cambiato la vita. La sua vita è una bugia e l’incapacità di chi le sta intorno di capire che la protagonista non sta bene per niente, è un po’ assurda. Ovvio che nascondere per più di quindici anni di aver commesso un omicidio, non rende la mente chiara e libera, ma la protagonista è malata! E nessuno lo capisce. Mah…

Sono sicura che ad altre persone piacerà più di quanto sia piaciuto a me, quindi consiglio di leggerlo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate!

firma Claudia

 

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