Recensione “Maria Antonietta e la solitudine di una regina” di Antonia Fraser

 

 

 

Dalla nascita alla corte di Vienna fino al patibolo a Parigi nel 1793, quella di Maria Antonietta, quindicesima figlia di Maria Teresa, è senza dubbio una delle vicende private e pubbliche più drammatiche della storia moderna. In questa biografia Antonia Fraser ricostruisce il difficile viaggio attraverso la vita di questa sfortunata regina. Inviata in Francia dalla madre a soli quattordici anni per sposare il futuro Luigi XVI, fu per tutta la vita “l’odiata austriaca”, e come tale rimase un ostaggio della politica estera fin dai suoi primi giorni in Francia. Manipolata dalla sua famiglia austriaca, venne sempre accusata dai francesi di interferire nei propri affari politici.

Da studentessa, la storia era la materia che meno mi piaceva, ma la Rivoluzione francese (complice il successo del cartone animato Lady Oscar) è stato uno degli argomenti che ho studiato con più dedizione.

La storia ci ha riportato un’immagine distorta di Maria Antonietta, regina di Francia, descritta come una donna volubile e dissoluta, spesso al centro di scandali di natura finanziaria e sessuale.

Qualche mese fa ho potuto leggere un interessante articolo sulla riabilitazione di questa donna e ho voluto, su consiglio di persone appassionate dell’argomento, leggere questo libro.

Non si tratta di un romanzo, e per tale motivo risulta talvolta noioso, ma una ricostruzione della vita di Maria Antonietta partendo da diari, lettere e altri documenti delle persone più vicine a lei o di semplici contemporanei.

Dall’infanzia alla tragica esecuzione di questa affascinante regina, è subito chiaro come siano state le manovre politiche ad usare questa donna come vittima sacrificale e non viceversa.

La sua infanzia dorata alla corte di Maria Teresa d’Austria, madre, imperatrice inflessibile e calcolatrice, che usava i figli come pedine per matrimoni di convenienza politica, viene bruscamente interrotta quando deve prendere il posto della sorella defunta, promessa al delfino di Francia.

Maria Antonietta era una ragazzina svogliata e poco dedita agli studi, preferendogli le arti e la musica, che si ritrova a soli 14 anni a dover lasciare la sua casa, i suoi adorati fratelli e sorelle per andare in un paese straniero come sposa del futuro re di Francia.

Una bambina, ancora priva del menarca, buttata nella mischia della corte più dissoluta d’Europa, fra cortigiani che professavano l’adulterio e la promiscuità in modo abituale.

Lei così casta e timorata di Dio, si ritrova all’inferno.

“L’austriaca”, così veniva additata, sospettata di tramare contro la Francia in favore dell’Austria. Venne accusata dalle pubblicazioni scandalistiche di ogni sorta di bassezza morale: ogni amica diventava una amante per il pubblico pagante.

La sua vita alla mercé di tutti (la famiglia reale era costantemente circondata da persone che potevano assistere a buona parte della loro quotidianità), e un marito così impacciato e timido che per anni non è riuscito a sfiorarla con un dito. Dalla madre Maria Teresa pervenivano critiche costanti sulla sua incapacità di farsi desiderare dal Re, la matrona voleva addirittura essere informata sulla regolarità dei cicli mestruali delle sue figlie sparse in giro per le corti europee.

Con un peso così enorme sulle spalle è comprensibile la reazione di questa ragazzina che, per sopportare il tutto, si era affezionata alle dame di compagnia (che surrogavano le sorelle lontane) e si è dedicata a feste, spese folli per abbigliamento e arredi, organizzando rappresentazioni teatrali e concedendo privilegi alle sue amicizie protette.

La tanto agognata maternità mette freno a questo vortice, ma le disgrazie e le maldicenze per Maria Antonietta non finiranno mai.

E’ una biografia veramente interessante che riesce a far capire le dinamiche che vigevano nella nobiltà dei tempi; si cerca di dare informazioni rimanendo il più imparziali possibile, ma il lettore col suo discernimento e senso critico moderno non potrà non provare affetto e comprensione per questa donna che tanto ha subito nella sua vita.

Come dicevo prima non è un testo facile e di svago, ma una attenta analisi, la ricostruzione di un quarantennio di vita. Le parti finali incentrate sulla rivoluzione sono cariche di episodi politici molto pesanti, ma indispensabili per capirne l’evoluzione.

Sono molto felice di averlo letto e di aver potuto dare una seconda chance a questa donna, conoscerne il suo lato più umano, la sua nobiltà d’animo e compassione, la sua tenerezza come madre, l’eleganza nei modi e nello spirito. Spero abbiate anche voi la voglia di farlo e poter così sbugiardare chi continua ad etichettarla, senza conoscerla, come quella regina che propose di dare dei croissant a chi moriva per la mancanza di pane.

firma Anna

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