Recensione “L’ULTIMO LIBRO DEL VEGGENTE” di MARTIN RUA

 

 

 

 

Francia, 1555.

In fuga da nemici senza scrupoli che lo braccano per il tesoro che trasporta, Zanni Giustinian va fino a Lione in cerca dell’amico Nostradamus, ormai rispettato per la sua fama di indovino. Giustinian chiede il suo aiuto per mettere al sicuro sei gemme antiche dal valore inestimabile. Secondo le leggende, infatti, fanno parte di una serie completa di sette, le Clavicole di Salomone, che, una volta riunite, sarebbero in grado di aprire le porte del tempo e dello spazio.

Roma, oggi.

Accompagnato dal misterioso Luc Ravel, l’antiquario Lorenzo Aragona sta raggiungendo per cena il suo amico Adriano de Rossi, che poco tempo prima gli ha dato una dritta preziosa per concludere un ottimo affare. Lorenzo infatti è riuscito ad aggiudicarsi una gemma ricoperta di strani simboli che potrebbe essere rivenduta a un buon prezzo. Al suo arrivo, però, Adriano è morto.

Parigi, oggi.

La Francia è in ginocchio a causa di una serie di attacchi hacker che sembrano condotti grazie a una tecnologia ancora a livello embrionale: il computer quantistico. Il capitano Khadija Moreau e l’unità speciale Horus indagano, in cerca di una risposta a un’inquietante domanda: chi sta cercando di dominare le leggi ancora oscure della fisica?

Ultimo libro della Prophetiae saga. Martin Rua, con i suoi racconti adrenalinici e in odore di esoterismo, riesce sempre a coinvolgere il lettore

I personaggi sono gli stessi dei precedenti episodi della saga.

Gabriel de Nostradame, discendente del noto Nostradamus, ha una vita molto piena come scrittore (sotto lo pseudonimo di Luc Ravel) e agente dei servizi segreti Horus ( sotto il nome di battaglia de Il solitario) e  si ritrova sulle tracce delle misteriose gemme gnostiche, che consentirebbero l’annullamento dei confini spazio-temporali.

Già il suo antenato ne aveva provato gli effetti stupefacenti, pare che siano in grado di dare un potere assoluto nel caso in cui qualcuno riuscisse a possederle tutte.

Ovviamente Yoland Bonard, membro della Ligue , non vuole farsi scappare l’occasione di poter soddisfare la sua megalomania ed aiutata da Nizar Shah e la sua squadra di spie assassine, farà di tutto per impossessarsi delle pietre per poter alimentare un computer quantistico dal potere devastante.

Khadija Moreau è il capitano della Horus, segretamente innamorata del Solitario, che correrà in suo aiuto per impedire che la crudeltà di Yoland paralizzi la Francia e il mondo intero con attentati terroristici.

Un romanzo narrato su due livelli temporali: quello attuale e quello ai tempi di Nostradamus, che ebbe il compito di mettere in salvo le pietre dagli antenati degli stessi nemici di Gabriel.

Due racconti che troveranno molti punti in comune e dove i personaggi, grazie ai viaggi nel tempo, potranno entrare in contatto.

La solita pecca che trovo nei romanzi di Rua è il gran numero di personaggi che mettono inizialmente il lettore in confusione, ma il ritmo narrativo e gli argomenti intriganti mi permettono di perdonargli questo neo.

Questo romanzo sembrerebbe l’ultimo di questa saga ma lo scrittore tiene la porta aperta per eventuali sviluppi.

Martin Rua viene spesso paragonato a Dan Brown e anch’io trovo molte similitudini nello stile narrativo dei due autori, quindi se siete appassionati del genere ve lo consiglio caldamente.

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