Recensione “Love in English” di Maria E. Audreu

 

Ana ha sedici anni e per lei, che scrive poesie, le parole hanno sempre avuto un fascino particolare. Ma da quando ha lasciato l’Argentina per trasferirsi con la famiglia nel New Jersey tutto le sembra tremendamente estraneo e distante dal suo mondo. Di colpo, anche esprimere ciò che prova è diventato difficile, e ha quasi la sensazione che quella nuova lingua, che non comprende e con cui si ritrova a combattere ogni giorno, la stia allontanando dalla sua identità. Solo quando incontra Neo, con il suo accento greco e il suo “glossario della felicità”, Ana si rende conto che conoscere una lingua significa molto più che saperla parlare. Significa raggiungere gli altri con la poesia del proprio cuore. Un romanzo pieno di dolcezza e a tratti lirico che intreccia temi come l’immigrazione e l’identità culturale alla ricerca della propria voce quando la lingua che si parla non è quella natia.

 

Ana è una ragazza di sedici anni, spensierata e felice, ma sembra perdere la sua luce quando arriva in America, dove rincontra suo padre dopo tre anni di assenza, la tensione tra i due è palpabile al primo incontro.

Le conoscenze a scuola non mancano e, se prima conosce Harrison e i suoi problemi con la matematica, in seguito conosce Neo e la sua indole poetica che li accomuna.

“L’amore si presenta in molte lingue e forme, e le piccole possono dare un tocco in più a un giardino già traboccante di bellezza.”

Un libro dolce, e la confusione tra i due sentimenti crea quell’effetto di aspettativa e di scelta che ci lascerà con il fiato sospeso per gran parte del libro fino all’epilogo.

L’epilogo è lasciato aperto, sarò un caso?

Semplice, dolce, romantica e scorrevole la scrittura, personaggi che in un modo o nell’altro crescono e maturano nel corso del romanzo.

 

 

firma Claudia

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