Recensione “L’impero romano, Roma ha vinto” di Anthony Riches

 

Dopo aver salvato la vita dell’imperatore a Roma, Marco Valerio Aquila e i suoi commilitoni vengono inviati al di là del mare, nella ricca e corrotta metropoli di Alessandria d’Egitto. Un nemico sconosciuto ha massacrato la guarnigione dell’ultimo avamposto imperiale prima del confine con il misterioso regno di Kush, e adesso le carovane non possono più raggiungere Berenice, la città sul Mar Rosso dalla quale partono le ricchezze dell’Oriente destinate a Roma. Il consigliere più fidato (e più subdolo) dell’imperatore ha quindi ordinato ai comandanti di Marco Valerio Aquila di muoversi verso sud, in quella che ha tutta l’aria di essere una missione suicida, con ben poche speranze di successo. Il piccolo contingente di veterani riuscirà a ristabilire la legge imperiale in quella terra di nessuno, sotto la minaccia del fanatico esercito del signore di Kush?

 

Soddisfatta di quest’altro romanzo di Riches, sempre ricco di ambientazioni, di Storia, scrupoloso nelle ricerche, dettagli impeccabili che rendono l’insieme unico e a prova di qualsiasi altro romanzo storico.

Roma è eterna e, con questa, anche i suoi eroi.

Ho trovato solo il finale leggermente forzato, l’epilogo non è un lento susseguirsi di eventi, ma un finale frettoloso, mentre dopo trecento pagine speri in un epilogo ricco e lento.

Sorprese, leggende e Storia, persecuzioni, scontri e battaglie più cruente.

Ho adorato ogni passo, ogni personaggio, ogni singola atmosfera creata dall’autore, sembrava di star lì, in quei campi di battaglia a sorreggere una spada al cavaliere e a perseguire i propri ideali politico-sociali.

 

 

firma Claudia

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