Recensione “L’enigma delle tre pergamene” di Matteo Di Giulio

 

 

 

Genova, 1502 .

Dal giorno in cui è stato ferito da un sicario che aveva il compito di ucciderlo, Martino Durante giace su un letto privo di sensi. Veglia su di lui Sofia, una mercenaria conosciuta a Milano che più volte lo ha tradito, ma che ora non si allontana mai dal suo capezzale. L’uomo che vole va la morte di Durante è Goffredo Landriani, un nobile milanese senza scrupoli, che in passato è stato osta colato più volte da Martino.

Savona, 1508.

Grazie a due documenti misteriosi di cui è entrato in possesso, Landriani è intenzionato a ricattare Massimiliano I d’Asburgo, minacciando di scatenare una strage e massacrare migliaia di innocenti. Per portare a termine il suo piano, deve però trovare la terza pergamena e risolvere l’enigma che è nascosto tra le sue righe.

Ma Durante non ha dimenticato i torti subiti dal nemico e, anche a costo di mettere a rischio la propria vita, è pronto a fare qualunque cosa per fermare il diabolico piano di Landriani.

Mai come in questo romanzo ho sperato che morissero tutti i protagonisti.

Ci troviamo di fronte a una moltitudine di personaggi, ognuno legato all’altro e non per cose belle. Facciamo la conoscenza prima di Martino e Sofia, personaggi particolari e un po’ antipaticucci, poi di Landriani e Sanudo, pazzi assatanati che vogliono conquistare il mondo. Ovviamente, al loro fianco avremo molti altri individui che aiuteranno o ostacoleranno il procedere dei piani dei protagonisti.

Il lunghissimo romanzo che ho scelto di leggere, ha una base storica molto forte e sembra quasi che tutti i personaggi siano realmente esistiti. Sappiamo bene come la conquista del mondo e del potere assoluto fosse la fissazione dei nostri antenati, e qui scopriamo come “semplici” nobili diventano assassini a sangue freddo. Ho odiato sin da subito questi due protagonisti, ma non è che ho proprio apprezzato gli altri due. Testardi, scontrosi e reduci da un passato che li ha segnati alquanto, non riescono a stare l’uno lontano dall’altro. Dove i primi cercano di distruggere, gli altri cercano di salvare.

I personaggi sono perfettamente definiti, il romanzo è scritto molto bene e si entra senza problemi in quell’epoca.

Detto questo, il romanzo non mi è piaciuto tantissimo. Il fatto di voler nascondere l’identità di un personaggio, additandolo come misterioso, mi ha fatto sorridere: era chiaro come il sole chi fosse. Perché usare quell’espediente? Poi mi è sembrato che non si arrivasse mai al dunque… che fosse tutto un modo per dilungare ulteriormente la narrazione. Mi sono trovata spesso a voler saltare dei pezzi di narrazione per velocizzare la lettura.

Definito grande thiller da altri, posso dire che non l’ho apprezzato come avrei voluto e sperato.

firma Claudia

ELEONORA

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