Recensione “LE STELLE DI LATTA” di WILMA GATTI

 

Théa, Brigitte e Nicole sono amiche da quando avevano vent’anni. Hanno avuto vite molto diverse: Brigitte ha fatto la maestra d’asilo, Nicole è stata la segretaria – e l’amante – di uno dei più importanti notai parigini e Théa, dopo avere iniziato come pianista, è diventata tecnica del suono. Ora, però, a poco più di sessant’anni, si trovano a una svolta: Nicole è stata abbandonata dal notaio per una donna più giovane, Brigitte è andata in pensione e Théa è rimasta vedova. Potrebbero sentirsi troppo vecchie per ricominciare, invece si lanciano in una nuova avventura: aprire un locale unico nel suo genere, Le Stelle di latta, che esporterà l’apericena a Parigi. Hanno anche già trovato il luogo perfetto, una ex stazione anni ’20 ormai in rovina, solo da riportare in vita. E mentre fervono i preparativi per l’inaugurazione, nella vita di Théa entra Ben, un suo vicino di casa americano che sta trascorrendo un anno sabbatico in Francia. Fra loro si instaura qualcosa di speciale, di molto diverso da quello che hanno vissuto in precedenza. Si ritrovano a parlare, lei dal suo giardino e lui dalla finestra di casa, al terzo piano. Anche di notte, nel buio. Poco alla volta, Théa sente che con lui potrebbe ripartire da capo, ma Ben le nasconde qualcosa, e un pettegolezzo minaccia di stroncare la loro storia sul nascere.

 

 

Una commedia frizzante ambientata a Parigi.

Tre donne di mezza età sono amiche da una vita, disincantate ma ancora con il fuoco della passione che cova sotto la cenere e decidono di intraprendere una nuova attività con l’aiuto di fondi governativi: aprire un bar per aperitivi all’italiana, recuperando una vecchia stazione ferroviaria che viene trasformata in un luogo dal glamour irresistibile. Una ragazzina introversa e problematica sarà la loro barlady, e dimostrerà un talento inaspettato oltre a farle impazzire col suo carattere chiuso.
Il filo conduttore del romanzo è l’accettazione del tempo che passa, ma senza per questo abbassare il livello di stile, farsi sorprendere da un amore ritrovato e altri inaspettati. Il tutto condito da una convivialità e condivisione dei propri sentimenti con amici fidati.

Ho letto questo romanzo durante le mie vacanze in Francia e ad ogni tavolino di una qualsiasi patisserie potevo riconoscere Théa o Brigitte o Nicole, con quegli sguardi birichini che trapelano da un occhiale bifocale firmato, da una risata schermata da una mano ingioiellata o da un cenno vezzoso del capo il cui collo viene avvolto da morbide sciarpe per celarne i segni dell’età.
Sarebbe troppo facile abbandonarsi all’indolenza della pensione, del lutto o dell’abbandono, ma le tre amiche metteranno a frutto il loro potenziale e la loro saggezza per avere successo. Spegnete le televisioni, abbandonate i lavori a maglia e andate a farvi un’apericena a “Le stelle di latta”!

 

 

firma Anna

firma Claudia

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