Recensione “Le ali della libertà” di Sue Smethurst

 

 

 

Quando Sue Smethurst ha chiesto per la prima volta alla nonna di suo marito come fosse sopravvissuta all’Olocausto, è stata cacciata via. A quel tempo Mindla si trovava in una casa di cura di Melbourne con altri sopravvissuti. Il suo corpo invecchiava, ma la mente era ancora affilata come un rasoio.

«Perché vuoi saperlo?», chiedeva. «La mia storia non è niente di speciale.»

Ma Sue non voleva arrendersi. Sapeva che la testimonianza di Mindla doveva essere registrata e che il tempo stava per scadere. Ogni settimana le portava una torta dalla sua pasticceria preferita, lo smalto per unghie più brillante che riusciva a trovare, una manciata di vecchie foto e il registratore. Passavano le ore a parlare, e a ogni incontro la sua storia si dipanava. Una storia che Sue non avrebbe mai potuto immaginare.

Il racconto di come Mindla e suo marito Michael Horowitz, un artista del famoso circo Staniewski, sono fuggiti dalla Polonia con il loro giovane figlio e si sono imbarcati in un terrificante viaggio attraverso l’URSS e il Medio Oriente verso l’Africa e infine verso la sicurezza in Australia: un racconto vero, a dir poco straordinario.

“Ispirandomi a I miei martedì col professore iniziai i miei lunedì con Mindla.” Inizia così il libro in questione.
Un libro che tra le lacrime ti farà viaggiare, un viaggio che come fine ultimo, la cosiddetta meta, avrà la libertà.

Hitler ha fatto di tutto per cancellare dalla faccia della Terra un intero popolo, quel popolo ha semplicemente fatto l’impossibile per garantirsi un futuro e continuare la loro stirpe.

Ogni volta che leggo libri del genere, le lacrime scorrono a fiumi e ogni volta che chiudo ogni libro penso che un altro sopravvissuto è riuscito a portare ai giorni nostri la sua storia. Quindi nulla è perduto, la storia insegna, il presente gestisce, il futuro dovrà ascoltare.

Africa, Italia, Medio Oriente, un clown e la sua sposa in cerca di libertà.

Si è riuscito a spegnere il sorriso sulla bocca di un clown, la speranza, quella no.

Una storia che scalfisce il cuore, un amore capace di sopravvivere, un futuro che forse vedrà l’alba.

ELEONORA

 

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