Recensione “L’Atelier segreto di Parigi” di Juliet Blackwell

 

Capucine Benôit lavora insieme al padre, un rinomato artigiano che produce ventagli di pregio, richiestissimi dalle più importanti case di moda parigine. Ogni giorno nella loro bottega si usano piume colorate, perline e magnifiche stoffe per realizzare dei veri e propri capolavori. Quando i nazisti occupano Parigi, Capucine e suo padre vengono arrestati a causa delle loro posizioni politiche, di cui non hanno mai fatto mistero. La polizia segreta, che ha ricevuto una soffiata sul loro conto, li arresta all’interno dell’attività. E così finiscono nella rete del sistema repressivo nazista.

Nel cuore della città è stato allestito un campo di lavoro: centinaia di prigionieri smistano, riparano e catalogano le enormi quantità di beni artistici e di valore saccheggiati dagli occupanti.

Nonostante il duro lavoro e la costante minaccia di ritorsioni da parte degli aguzzini nazisti, Capucine si aggrappa all’unica speranza che le è rimasta: sapere che Mathilde, sua figlia, si trova al sicuro nella casa dei nonni paterni. Ma un incontro imprevisto potrebbe cambiare tutto…

 

 

Ispirato a fatti realmente accaduti, la vera storia dei grandi magazzini più alla moda di Parigi trasformati in un campo di prigionia per ebrei durante l’occupazione nazista, dove un gruppo di prigionieri, 795 in tutto, si occupava di pulire, riparare e catalogare ogni bene sequestrato nelle case degli ebrei.
La nostra amata Parigi, romantica sotto ogni punto di vista ai giorni nostri, occupata e grigia al tempo dei nazisti.
Capucine non è ebrea ma figlia di un artigiano di ventagli comunista, anima libera e anticonformista, si ritrova a smistare merce e ripulire le stoviglie.
Vedremo la storia che si sviluppa sotto due pov :Capucine e Mathilde, la figlia affidata in tenera età ai nonni paterni.
Capucine dall’ indole ribelle presto verrà sostituita da un involucro vuoto, privato della leggerezza e allegria che la contraddistinguevano, ma infine la sua forza verrà fuori e riuscirà in qualche modo a contrastare i nazisti.
Una lettura intensa, sofferta ma ugualmente indimenticabile.

 

 

firma Anna

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