Recensione “L’appuntamento del lunedì” di Federica Martina

 

 

 

Nel cuore di Roma, dentro lo studio del giovane psicoterapeuta Giacomo Michelotti, l’ultimo appuntamento del lunedì è un nuovo paziente.
All’ombra dei sette colli e sulle labbra di tutti gli amanti del BDSM, il nome di Simone è associato al trasgressivo club che gestisce insieme alla sua socia e alla sua passione per fruste e affini.
Ed è proprio il ragazzo che entra nello studio di Giacomo, mandato per un pessimo gioco che si ritorcerà contro entrambi.
Un singolo appuntamento, sessanta minuti di tempo e un dominatore possono portare a una grande rivoluzione nella vita di Giacomo? O sarà Simone a scoprire che il gioco non è del tutto finito dopo aver slegato il nodo della benda?

*Questo romanzo contiene temi LGBT e BDSM, è consigliata di conseguenza la lettura a un pubblico consapevole.

Hi lettrici e lettori Sale e Pepe,

Oggi parliamo del libro “L’appuntamento del Lunedì” di Federica Martina.

Quando ho letto la trama sono stata attirata soprattutto della presenza delle pratiche BDSM, ed anche se non ero convinta al 100% della lettura ho deciso comunque di iniziarla dando una possibilità a questa autrice, di cui non avevo ancora letto nulla e che non avevo sentito nominare.

Purtroppo però non posso dire di esserne colpita, in quanto Self non andrò a considerare gli errori di editing nel voto finale, ma sono parecchi, comunque molti li ho valutati come errori di conversione del file (visto che potrebbe essere) ed ho fatto finta di niente.

Purtroppo gli errori di grammatica e le varie ripetizioni di parole non sono l’unico problema, questo testo ha un che di “disconnesso”, ci sono scene in cui ho faticato a capire chi diceva cosa e a chi, ed è stato anche difficoltoso trovare un po’ il senso di tutto (soprattutto all’inizio), fortunatamente poi viene svelato l’inghippo e tutto acquista una logica, però c’erano davvero dei periodi che leggendo non riuscivo a comprendere cosa stesse succedendo e sinceramente ho fatto una grande, immensa fatica a finirlo.

La parte bdsm, che è fondamentale, non è trattata come penso meriti, in una delle prime scene si parla di SSC, sano, sicuro e consensuale, le tre regole di base del mondo del Sadomasochismo, ma per tre quarti del libro Giacomo non sa che cavolo sta facendo ed accetta il bipolarismo di Simone in maniera passiva, poi tutto cambia, di colpo.

Abbiamo un salto temporale di 18 mesi, un ultimo 20% veloce, composto da un riassunto asettico dell’ultimo anno e mezzo di vita dei protagonisti e da una scena di sesso sadomaso, ma che non è nulla di che, perché anche qui ci sono elementi che non mi convincono.

Io amo i libri bdsm, ne ho letti in tutte le salse, con qualsiasi pratica mi sia capitata, non ho apprezzato tutto ma ho portato a conclusione la letture, alcuni erano soft altri meno, ma non so come catalogare questo, perché secondo me è solo l’abbozzo di un libro e di un’idea -neanche tanto male- , ma solo questo, mancano tanti elementi ed è incompleto in più parti.

Insomma, mi dispiace ma per me è no, però proverò a leggere altro dell’autrice per capire se è stato solo il caso o meno.

PAYNE

ELEONORA

 

 

 

 

 

 

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