Recensione “La violinista di Auschwitz” di Ellie Midwood

Ad Auschwitz ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza. Alma è la detenuta 50381, il numero tatuato sulla sua pelle. È rinchiusa con migliaia di altre donne, strappata ai suoi cari, intrappolata in un labirinto di filo spinato. Questa tragica realtà non potrebbe essere più lontana dalla sua vita precedente. Stimata violinista, si esibiva lasciando il pubblico incantato. Ma l’orrore dell’Olocausto ha stretto l’Europa in una morsa e niente ha potuto salvarla. Quando la responsabile del campo femminile nomina Alma direttrice dell’orchestra, lei è tentata di rifiutare. Non ha intenzione di compiacere i suoi aguzzini, ma ben presto si rende conto del potere che quella posizione potrebbe offrirle: riuscirebbe a fornire alle ragazze affamate razioni extra di cibo e potrebbe strapparne molte dalle grinfie della morte. E così Alma si lancia nell’impresa. Ad aiutarla c’è Miklos, un pianista di talento. Circondati dalla disperazione, Alma e Miklos trovano un’inaspettata felicità nelle prove congiunte, nelle note segrete e nei concerti. Ma ad Auschwitz l’aria stessa è pregna di dolore, e la tragedia è l’unica certezza… In un luogo così disperato, può sopravvivere il loro amore?

 

Prigioniera 50381 per i tedeschi, la virtuosa violinista Alma per il mondo intero.

Una storia vera che ha toccato anche gli animi più rudi, l’Olocausto e tutte le sue nefandezze. La prigionia, gli stenti, le torture, la morte, la fame, le malattie e la sporcizia.

Quando leggo di queste storie già fin dalla copertina la pelle si pervade di brividi e, con il cuore in gola, mi avventuro tra le pagine, pur sapendo cosa mi aspetterà.

Ogni volta è un colpo al cuore, ogni volta rimango basita dalla crudeltà.

La vera storia di Alma Rosè e del suo grande amore nato e finito ad Auschwitz, Miklos.

Violino e pianoforte, un binomio già da pelle d’oca a sentirlo, immaginiamolo in un mondo fatto di morte, dove la speranza non esiste, dove le stelle non fanno capolino di notte, dove il lavoro, i pianti e la fame fanno da cornice.

Sonate celebri sotto dita abili, sonate tristi per decantare le loro giornate.

Blocco Musicale di Birkenau, Alma è la Kapo del blocco, reperire talenti musicali e formare una “filarmonica” di Auschwitz sarà la sua missione, allietare gli ultimi istanti sarà il suo unico scopo.

Tra esperimenti del dottor Mengele, abusi di potere e qualche pranzo rubato, Alma conoscerà Miklos. È sempre magia quando l’amore bussa alla porta.

“Per tutta l’eternità, non importa quanto possa essere breve.”

Toccante e straordinario.

La giusta dose di “crudeltà”, forse meglio chiamarla verità, il testamento portato ai giorni nostri la dolce sonata di addio “Per Alma”.

“Non c’è niente di male a ridere della morte. Ci meritiamo questo diritto più di chiunque altro.”

Immortali.

firma Claudia

Loading

La nostra votazione

Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *