Recensione “La stella – Saga del sigillo della luna Vol. 1” di Cleo Rozenfeld

 

Millenni fa, quando tutto era sconosciuto, quando si è narrato l’Enûma ilû awîlum e gli Dei crearono gli uomini, si è cantato il pianto, l’ira e la vendetta del Leone Celeste.

Inanna, Dea dell’Amore e della Guerra, vittima di un sortilegio da parte del Dio della Luna, decide di andare nell’Oltretomba e diventarne la padrona.

La Dea si scontrerà con Ereškigal, Regina della Morte, ma dal loro incontro scaturiranno eventi disastrosi influenzando il ventunesimo secolo e così la vita di Ambròse Rayven, quindicenne scappata dal manicomio di Canberra grazie a sua nonna Mary-Rose.

Il destino di Ambròse è stato già deciso millenni prima, perché la ragazza è una delle reincarnazioni di Inanna, divise in otto parti come la stella ad otto punte a lei sacra.

 

 

Lettura poco scorrevole per via di tantissimi nomi e parole sumerici, a cui seguono le eccessive note a pié pagina, 189, per l’esattezza, in poco più di 210 pagine. Sono tantissimi anche gli epiteti dati a ciascun personaggio, sempre con annessa nota.

All’inizio del libro la narrazione scorre velocissima, senza soffermarsi mai sugli eventi. Si fa riferimento a un prequel in corso d’opera, ma senza il quale sono troppe le informazioni mancanti.

La storia parla del mito di Inanna, Regina indiscussa del Cielo e dea di tante cose. Lei stessa è sia protagonista che antagonista del libro, personaggio che dire odioso è dir poco.

Nessuno poteva preferire chiunque a Inanna. La stessa Dea si sarebbe occupata della sua morte.

 

Se nella prima metà del libro ci troviamo di fronte alla storia di Inanna e alla sua discesa nell’Oltretomba, nella seconda metà conosciamo Ambròse, ragazzina di 15 anni, reincarnazione di una delle cuspidi della dea. Ignorante sul suo “passato”, chiede informazioni a chi gliele offre. Conosciamo quindi altri personaggi, reincarnazioni di altri conosciuti nella prima metà.

I personaggi della seconda parte del romanzo mancano di profondità e la storia intera manca di informazioni. L’immensa quantità di note, quel congiuntivo “fosse” utilizzato spesso in maniera errata e gli errori di scrittura sono risultati molto fastidiosi nel complesso. Consiglio l’autrice di far correggere il testo almeno da un correttore di bozze.

Da pagina 215 iniziano Schede, Glossario, la spiegazione delle varie espressioni e la storia dei vari personaggi. Forse la versione cartacea è maggiormente leggibile, avendo queste informazioni fruibili più facilmente.

La storia di base sembra interessante e penso che, se sistemata, possa considerarsi piacevole da leggere.

 

 

firma Claudia

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