Recensione “La primavera delle illusioni” di Vanessa Pacher

 

 

 

 

 

Viola si è appena trasferita a Los Angeles la città dei suoi sogni, la patria del rock, la sua passione.
Ed è proprio qui, in questa città degli angeli che Viola ripone tutte le sue speranze, tutto il suo incerto futuro.
Viola sogna, desidera, ama. Ama la musica, adora l’arte, vive di letteratura…
Viola non vive la realtà, lei vive i suoi sogni, le sue illusioni… ed è quando incontra Dylan che la realtà si abbatte su di lei come un’onda anomala, sgretolando in un solo momento le certezze di una vita vissuta in una bolla di illusione.
Dylan è tutto ciò che Viola non è: l’imperfezione, il dolore, l’odio.
Dylan vive nella disillusione della realtà, vive una vita che non gli ha dato nulla se non la consapevolezza che non esistono sogni, ma solo incubi, gli incubi di una realtà che non si può cambiare.
L’incontro fra due anime simili, ma diverse… La primavera delle illusioni è il racconto dell’illusione e della realtà che si scontrano, si incontrano e si amano, incastrandosi nella perfezione di un gioco chiamato vita.

Viola è una ragazza italiana che si è trasferita in America insieme alla sua amica Alexis, che conosce praticamente da quando è nata.

Quando da Seattle si spostano a Los Angeles, Viola viene catapultata nella vita frenetica della città, spinta soprattutto dalla sua amica che vuole che esca e socializzi. Sì, perché Viola non è proprio quella che si può definire una persona socievole o gentile… o educata.

Un giorno Alexis le fa conoscere i componenti di una band, gli HLA, di cui fa parte Adam, il ragazzo di Alexis, e il cui vocalist è Dylan.

Un bellissimo ragazzo dai lunghi capelli biondi e gli occhi grigi.

Sin dal primo incontro le personalità di Viola e Dylan si scontrano, i loro ego smisurati entrano in competizione facendo immediatamente scintille. Non sarebbe affatto scorretto dire che i due si odiano apertamente. Lui la insulta senza ritegno e lei risponde per le rime evidenziando, ancora di più, il suo caratteraccio.

Viola trova lavoro in un negozio di dischi, andando a sostituire proprio la sua amica.

Il caso vuole che il proprietario del negozio sia anche il manager degli HLA e che, a un certo punto, le proponga un accordo: le darà libero accesso a un laboratorio artistico che apparteneva alla sua ex moglie se lei terrà d’occhio i componenti della band, che hanno la sala prove accanto al laboratorio.

Viola è appassionata di arte e non si lascia sfuggire l’occasione di poter fare quello che ama di più.

E così, dopo il lavoro, prima si chiude nel laboratorio a creare volantini e loghi per le varie band di Los Angeles, e poi va nella sala prove ad ascoltare i ragazzi.

Una sera, un po’ come un fulmine a ciel sereno, Dylan propone a Viola di suonarle una canzone che ha appena scritto e che non ha fatto ancora sentire a nessuno. Lei ama ascoltarlo cantare e così, senza nemmeno accorgersene, assistiamo al loro primo contatto.

“Del tutto istintivamente, guidata dalle sole emozioni, mi portai dietro di lui. Appoggiai le mie mani sulle sue spalle senza controllo, senza pensare. A quel contatto lo sentii appena sussultare sotto le mie dita. Non riuscii a rendermi conto che lo stavo toccando perché in quell’istante iniziò a cantare fra le note. E le emozioni mi percossero l’anima. La sua voce profonda e lievemente roca inseguiva le note, le cullava, le amava. E io come la sua voce stavo amando quella canzone.”

Pochi giorni dopo Viola si ammala e Dylan va a trovarla. Il loro incontro inizia come al solito, con battibecchi e insulti, ma poi, a un certo punto, la situazione cambia e Dylan le fa una confessione molto personale.

E da qui in avanti tutto è diverso, il loro rapporto resta conflittuale ma Dylan tende a cercarla sempre di più fino a che non la porta con sé a San Francisco dalla sua famiglia.

Viola e Dylan vivono il loro rapporto particolare avvicinandosi sempre di più. Si desiderano, ma lui la tiene sempre a distanza perché non vuole che sia come le altre anche se si baciano appena ne hanno l’occasione.

Si sente che sono destinati a un rapporto vero ed esclusivo ma questo arriverà solo alla fine del romanzo.

In genere mi affeziono ai personaggi del libro che sto leggendo, ne amo uno più di un altro, ma è importante, per me che leggo, sentire empatia nei loro confronti.

Purtroppo in questo caso non è proprio avvenuto.

Trovo che sia impossibile affezionarsi a un personaggio come Viola.

Lei è tutto quello che eviterei in una persona.

Egocentrica, isterica, paranoica, fissata, maleducata.

È abituata a trattare tutti malissimo e a far rispettare le sue regole assurde.

Se prende aria le viene da vomitare, se va in moto le viene da vomitare, se sente l’odore di sigaretta le viene da vomitare. Che noia!

È egocentrica e irritante, e quello che mi irrita ancora di più è che tutti la assecondano.

Tranne Dylan, che fa quello che gli pare e per cui ho provato sicuramente meno antipatia.

Ma anche lui è abbastanza incostante e incoerente.

Certo, il suo passato e le ripercussioni che ha ancora nel suo presente me lo rendono più facile da digerire ma, nel complesso, posso dire che non mi sono piaciuti affatto, nessuno dei due.

Si scontrano sempre e questo potrebbe anche essere un aspetto carino, divertente… Peccato che non lo sia, e che sembri di assistere ai bisticci dei bambini dell’asilo.

Questa lettura è stata resa ancora più difficile dalla forma in cui è presentata.

Lo so, sarò ripetitiva, ma trovo inaccettabile che un libro venga messo in vendita senza che prima sia passato tra le mani di un editor, un correttore di bozze, qualcuno che lo renda scorrevole e privo di errori.

Perché a parte i refusi, che danno fastidio ma possono sfuggire a chiunque, qui si incontrano degli errori veri e propri.

Centra al posto di c’entra, affianco al posto di a fianco. Ripetizioni a non finire.

Sono errori davvero irritanti che denotano incuria da parte dell’autore e poco rispetto nei confronti del lettore.

Quello che ho apprezzato sicuramente di più è stata la scelta di non dare all’amore un potere magico. Viola e il suo amore aiutano Dylan a lenire il suo dolore ma non lo cancellano del tutto, lasciando che lui sia molto più umano di tanti personaggi incontrati nei libri.

In conclusione, non mi sento di consigliare questo libro ma, ancora una volta, voglio distinguere il mio gusto personale da quello che, invece, credo sia un parere oggettivo.

La trama non mi ha catturata, i personaggi nemmeno, ma questo è e resta un mio giudizio.

Quello che invece non si discute è la mancanza di editing e trovo che sia la cosa più grave.

RECENSIONE DI

EDITING A CURA DI

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