Recensione “La piccola libreria di campagna” di Rachael Lucas

 

 

 

Lucy ha appena trovato un cottage da sogno per una vacanza indimenticabile. Tutto quello che deve fare è tenere d’occhio Bunty, la sua vicina di casa ultranovantenne estremamente vivace… In compagnia del suo cagnolino, Hamish, Lucy ha in programma di rilassarsi e di immergersi nelle incredibili storie delle donne che hanno vissuto nel vicino Bletchley Park. Ma gli abitanti del paesino di Little Maudley hanno altre idee, e Lucy si trova improvvisamente trascinata nell’iniziativa volta a trasformare una cabina telefonica fatiscente in una biblioteca gestita da volontari. Farà presto amicizia con Sam, che progetta case sugli alberi, e pian piano si lascerà conquistare dal fascino della vita di campagna. Ma nel corso del suo soggiorno scoprirà anche un segreto rimasto celato per decenni: qual è il legame speciale che unisce l’arzilla Bunty a Bletchley?

È uno di quei libri capace di trasportarti lontano mille miglia da casa tua, immersa in un paesino sperduto di chissà quale nazione, con una vecchietta “rompipalle” come vicina e un adone-padre single come vicino tutto fare.

Mi sono ritrovare a sognare come una bambina una casetta sull’albero e ad immaginare una piccola biblioteca di paese un po’ vintage.

Una professoressa di storia che si prende una pausa dal troppo stress, un antico casale come porto sicuro.

La routine della piccola cittadina trascinerà la nostra Lucy nelle piccole peripezie di quartiere, le riunioni cittadine (molto Stars Hollow), Helen come capocittadino, Bonty e la sua storia, Mel e Sam.

Ci piacerà Bonty in versione cupido pluri generazionale, ameremo quella piccola cittadina ricca di calore e tanto amore.

Lucy riuscirà a trovare le sue radici o far proprie altre?

“Ali per volare, radici per tornare.”

E la cabina telefonica in questione resterà ancora ferma lì a “spiare” gli incontri tra innamorati e a raccontare ancora quelle storie d’amore che piacciono tanto a noi.

firma Anna

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