Recensione “La moglie del mercante di zucchero” di EricaBrown

 

 

 

1850. Sono passati dieci anni da quando Tom Strong ha lasciato Bristol. Adesso però la sua famiglia, una potente dinastia la cui ricchezza era legata alla coltivazione di zucchero e allo sfruttamento degli schiavi, vuole che torni. È necessario trovare un modo per risollevare le sorti dell’impero economico e Horatia Strong è convinta che suo cugino sia l’unico a poterlo fare. Bristol, intanto, è devastata dal colera: Conrad e sua moglie Blanche sono distrutti per la perdita della figlia e il ritorno di Tom rischia di sconvolgere ulteriormente gli equilibri. Inoltre Tom non sa che i vecchi nemici stanno pianificando la sua rovina. Horatia, ancora disperatamente innamorata del cugino, è disposta a tutto pur di riconquistarlo, anche a usare l’inganno. Quando Tom lo scopre, è determinato a ripartire, ma un segreto che emerge dal passato lo pone di fronte a una scelta impossibile…

Storie del passato che affascinano, le facciate e il Bon-ton dell’epoca che prepotentemente predominano nella vita reale, bugie da celare, la vita che continua.

Il libro si apre con un lutto subìto dalla protagonista, una madre che perde una figlia, la depressione che la soffoca, un’amica che ritorna dal suo felice passato, e l’amore più grande della sua vita che ritorna inaspettatamente.

“Abbiamo una vita sola. Nonostante il mio matrimonio tu non sei mai stata lontana dai miei pensieri. Siamo fatti l’uno per l’altra, noi due.”

Ma non sempre il cuore ha ragione.

“Amarla era stata una delle emozioni più dolorose che avesse mai provato.”

Ma non sempre si segue ciò che detta il cuore.

Gioie e dolori, Passato e presente, amore e abbandono, scegliere non sarà facile, tornare indietro sarà ancora più difficile, amare e ritornare ad amare, amare e restare dove si è già scelto.

Blanche, Conrad, Tom, Horatia, pedine dì un grande sentimento, attori della più grande sceneggiatura mai scritta: il Cuore.

Quando il presente e il passato scompaiono di fronte ai sentimenti.

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