Recensione “LA CORTE DEI LEONI” di Jane Johnson

 

 

 

 

 

Kate Fordham, in fuga dal suo passato, ha trovato riparo sotto falso nome nella bellissima Granada, l’antica e soleggiata città spagnola sulla quale la dominazione araba ha lasciato evidenti tracce. Nel tentativo di ricostruire la sua vita, Kate lavora come cameriera in un bar all’interno dell’Alhambra, l’antica reggia del sultano. Un giorno, passeggiando in quei giardini meravigliosi, fa una scoperta insolita: nascosto in una crepa del muro di cinta c’è un rotolo di carta. È un manoscritto risalente a prima del 1492, l’anno della caduta di Granada, quando la città araba si arrese alla regina Isabella e al re Ferdinando d’Aragona. Sul rotolo proveniente da quell’epoca lontana sono iscritti strani simboli che riportano un messaggio di pericolo e disperazione. Ma è dall’amore che nasce il misterioso frammento, e la potenza di quel sentimento finirà per cambiare per sempre la vita di Kate.

Recensione difficile perché ho iniziato a leggere il libro pensando ad un romance storico quindi a qualcosa di leggero, frivolo, romantico e mi sono ritrovata in una dimensione ben diversa. La storia è molto complessa e densa di eventi, significati, morale e storia.

Parto dalle cose più semplici: la storia ha una doppia ambientazione, la prima ci parla di Kate donna moderna, sola e in fuga da un uomo violento e psicopatico che si rifugia a Granada sotto falso nome e cerca di costruirsi una nuova vita, la seconda invece ci catapulta indietro di 600 anni dove Benedict, servo e amico dell’ultimo sultano moro, ci racconta la storia del suo padrone fino alla caduta.

Un intreccio complicato ma ben riuscito secondo il mio punto di vista e che sviluppa due storie ben diverse ma che, alla fine, si ricollegano perfettamente.

Il romanzo ci presenta varie tematiche importanti, dalle persecuzioni religiose, alla guerra, alla violenza nuda e cruda tuttavia, anche se prese da angolazioni diverse e da diverse ambientazioni la tematica di base è l’amore. Per Kate un amore malato, un rapporto da evitare ma nel quale si è lasciata immergere senza opporre resistenza, vuoi per fragilità, vuoi per noia, per fiducia o per mille altri motivi, eppure è una donna adulta, matura ma incapace di difendersi e compiere scelte appropriate fino a che non giunge al suo limite di sopportazione nel quale si ribella. Per Benedict invece è un amore impossibile quello che nutre verso il suo padrone, un amore che nessuno può comprendere, non solo perché un servo non può permettersi di amare e soprattutto sperare di venir corrisposto dal proprio sultano ma anche che un uomo, o meglio un transessuale, possa sperare di poter essere accettato e amato da un altro uomo. Due amori impossibili, due persone sole e infelici, incomprese ma che per amore sono capaci di compiere gesti pieni di coraggio fino a tagliare quel legame malato che li lega ed essere finalmente liberi.

Un bel romanzo, splendide descrizioni dettagliate sia della Spagna moderna, godereccia e caotica, sia della Spagna del 1492 con le sue lotte e le sue usanze e una narrazione di alto livello che non ti rapisce il cuore ma che sicuramente fa riflettere.

Consigliato!

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