Recensione “La casa della seta” di Kayte Nunn

 

 

 

L’insegnante Thea Rust, al suo ar­rivo in un esclusivo collegio nella campagna britannica, non ha idea di quello che la aspetta. Da oltre centocinquanta anni, infatti, la “Casa della seta” è un rifugio per ragazze in difficoltà. È un anti­co edificio dal passato travagliato, dove le ombre nascondono più mi­steri di quanti lei possa immagina­re. Thea ancora non lo sa, ma il suo destino sta per intrecciarsi con la sua storia. È la fine del 1700 e Ro­wan Caswell lascia il suo villaggio per lavorare nella casa di un mer­cante di seta inglese. Si tratta di un mondo del tutto nuovo per lei, e il suo talento erboristico attira fin da subito pericolose attenzioni.

Negli stessi anni a Londra, Mary-Louise Stephenson sogna di di­ventare una designer di seta, un lavoro, fino a quel momento, ap­pannaggio degli uomini. Porta con sé uno scampolo di stoffa prezio­sissima, con un intricato motivo floreale, destinato a cambiare il suo destino.

Una lettura diversa dal solito dove i misteri aleggiano fin dalle prime pagine.

Tre donne, due vissute nel passato e Thea insegnante nell’esclusivo college.

Mary e Rowan una aspirante artista, l’altra cameriera e dal talento erboristico.

La casa della seta come sfondo, strane mancanze e strani sortilegi che impregnano la casa in questione.

Ammetto che ho faticato a leggerlo fino in fondo, ad un certo punto volevo abbandonare la lettura, leggevo e sinceramente non capivo cosa leggevo, alcuni capitoli, trovati superflui alla storia non hanno arricchito, bensì appesantito il già travagliato svolgimento della trama.

Alcuni passaggi, ancora, non mi sono chiari e alcuni quesiti posti durante la lettura non hanno trovato soddisfazione nelle poche risposte.

Ho trovato il romanzo fine a se stesso, senza una logica di svolgimento, magari è un argomento a me del tutto nuovo ma di solito non mi frena l’ignoranza nell’argomento, ho abbastanza curiosità per intraprendere nuove letture.

ELEONORA

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