Recensione “L’eco delle stelle” di Luca Rossi

 

 

Dylon arranca nel deserto, sfinito. Intorno a lui, solo desolazione. Vorrebbe lasciarsi andare, ma deve trovare dell’acqua per il suo amico in fin di vita.

Lyra non può accettare che nessun gamydiano si interessi a quanto accade al di fuori della sua città, l’ultima rimasta. Nelle sue ricerche, viene conoscenza di un terribile segreto. Può confidarsi soltanto con il padre ma, nel farlo, vede crollare le basi stesse della sua esistenza.

Joel scopre per caso la Società Arcieri dove viene introdotto da Glynia ai misteri dei viaggi tra le dimensioni. È lì che i due cercheranno un futuro per salvare il proprio universo.

Tra quelli che ho letto finora di quest’autore, “L’eco delle stelle” è il mio preferito.

Romanzo corale, tipico di Rossi, in cui veniamo a conoscenza della difficoltà degli abitanti di un pianeta per sopravvivere. È rimasta una sola città, Gamydia, ultimo baluardo dopo una guerra fratricida che ha distrutto il pianeta. Abbandonati dalla Federazione, i cittadini di questo pianeta, non hanno potuto fare altro che assistere alla distruzione, alla fame e alla rabbia, creata da loro stessi.

Ambientata in un futuro lontano rispetto alla serie de “I rami del tempo”, ritroviamo anche quelle creature nere e spaventose che avevamo incontrato alla fine del terzo romanzo, quella che si era impossessata della bambina.

Ognuno dei personaggi è fautore di un possibile futuro, ma tutti cammineranno a passo svelto verso una fine già decisa. C’è chi combatterà per mantenere una pace solo apparente e chi verrà sconfitto da se stesso, chi lotterà per trovare una soluzione e chi finge di cercarla.

Mi è piaciuta la coralità dei personaggi, il loro essere non scontati, ma ci sono davvero tanti personaggi e bisogna rimanere concentrati per ricordarsi tutto. Mi è piaciuta la caratterizzazione di ognuno di loro, anche di quelli più in secondo piano.

I romanzi di Luca Rossi sono sempre molto interessanti e nascondono un insegnamento, facendo riflettere: se continuiamo a farci la guerra l’un l’altro, a voler sopraffare il più ‘debole’, a voler nascondere la verità dietro ad una finzione macchinosa, ci ritroveremo a fare la fine di Gamydia. Ci sarà sempre qualcuno che lotterà per trovare una soluzione alternativa, pur facendo molta difficoltà, ma se non agiamo tutti insieme per un bene superiore, non faremo altro che autodistruggerci. Dobbiamo scavare in fondo e non aver paura di provare a cambiare le cose, per il nostro bene e per quello di chi ci sta intorno.

Ho avuto la sensazione che l’autore abbia messo molto di se stesso in questo romanzo.

firma Claudia

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